Detenuti e droga, le loro storie: quando fragilità fa rima con forza
di Katya Maugeri "La mia dipendenza inizia all'età di 12 anni". Si rimane impietriti davanti a questa affermazione. Il suo cappello e l'abbigliamento da rapper lo rendono sicuro di sé, si mette a suo agio davanti la finestra aperta. Il sole calabrese scalda il freddo delle parole pronunciate, accoglie il gelo racchiuso in una storia difficile da raccontare. Come tutte quelle legate alla droga, alla fragilità umana, agli errori. Al dolore. Oltre il suo sorriso, la sua sicurezza e la maestria nel comporre musica ritrovo un ragazzo di quasi venticinque anni che a 12 anni aveva già conosciuto la sostanza . E che nella musica trova la sua musa, amica fedele: così recita una sua canzone che riporteremo come eco durante questa intervista: ho incassato troppi colpi, sul viso mi restano dei solchi, le lacrime ti fanno più forte da esse ho imparato che posso andare oltre. "Ho cominciato a fumare le canne, è quello il passo iniziale. È sempre così. Ero pure contrario qua