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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Disturbi d’ansia in comorbilità

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di Salvatore Monaco Tra i disturbi più frequenti nei casi di comorbilità psichiatrica, troviamo i disturbi di ansia. L’ansia può essere definita come una emozione che si caratterizza da stati di tensione, senso di minaccia, forte preoccupazione con alterazioni fisiche come tachicardia, sudorazione,  tremolio, ipertensione. Le cause scatenanti possono essere genetiche, cioè i fattori biologici possono far scaturire forme di ansia, come per esempio una produzione molto alta di noradrenalina (ormone dello stress) e riduzione di serotonina (che regola il benessere) e di Gaba (neurotrasmettitore inibitorio). Ma tra le tante cause troviamo quelle di origine familiare e ambientale come gli stile di vita, le separazioni, lo stress etc), l’uso di determinati farmaci come la caffeina, la cocaina, le anfetamine e corticosteroidi, l’esposizione a traumi o esserne vittima. Che cos’è l’ansia Deriva dal latino angere cioè a dire stringere, rende quindi bene il significato della sens

Un amore all'infinito

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di Antonio De Simone Eppure un abbraccio, il desiderio di perdersi,  fra le braccia di un altro, cercarlo,  dopo tanto tempo e tante storie. Eppure un sorriso, la voglia di star bene,  di esprimerlo spontaneamente, per questo ti cerco,  voglio stare tranquilla. Eppure la tua voce,  mi dà equilibrio,  e sconcerto allo stesso tempo, mi hai insegnato troppe cose,  ti conosco bene. Eppure fingere,  no, piuttosto sto male,  se mi ritrovo a non essere sincera, la sincerità porta a non avere alcun peso, porta alla spensieratezza. Eppure perché tutto questo?  Mi chiedi come sto, ci sono un po' di cose che non mi godo, a volte vorrei sparire. Eppure all'orologio il minuto passa.  Eppure son da sola nella notte fredda.  Eppure sto piangendo, ti sogno. Ma un sogno rimani e svanisci, al risveglio mi manchi. Ti ho nel cuore, un amore all'infinito.

Al volante ci sei tu!

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Laboratori di Mediazione penale  di Bina Salvati Ciascuno di noi, ogni giorno, deve fare i conti con ciò che lo preoccupa, con quel tarlo che si insinua nella mente al punto di privarci della tranquillità necessaria per vivere pienamente il presente e guardare al futuro in modo positivo. Se è vero che alcune preoccupazioni sono il frutto di circostanze ed eventi che appunto le determinano e alle quali (purtroppo) non possiamo sottrarci, è vero anche che molte sono strettamente connesse al nostro modo di essere e di rapportarci al mondo esterno, ragion per cui quest’ultime, come è giusto che sia, mutano in base al cambiamento inevitabile di noi stessi durante il corso della vita. Agli utenti del Delfino, durante il laboratorio intitolato “Le mie preoccupazioni” è stato appunto chiesto di riflettere sulle preoccupazioni che ciascuno di loro ha avuto “ieri”, che ha “oggi” e su quelle che ha per il “domani”, una riflessione che non ha ovviamente escluso a priori la possibilità

Relazione nella fase di svincolo dalla comunità terapeutica

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di Antonio De Simone Penso che il vizio più stupido in cui si può cadere è il gioco delle slot machine, le cosiddette macchinette. Mi rendo conto di quanto danno  arrecano alle persone e di quanto ne hanno causato a me. Le macchinette non sono una novità sul territorio, di sicuro oggi il gioco è molto più diffuso rispetto a una quindicina di anni fa o ancor prima, in quanto nel periodo della mia adolescenza ricordo che le mangiasoldi le vedevo nelle sale giochi affianco ai video games. Di sicuro è cambiato lo scopo del gioco anche, dai video poker o le roulette che c’erano una volta, si è passati ai tradizionali rulli delle slot che girano aspettando che si incastra la combinazione vincente e che la macchinetta apra il bonus per fare il suo gioco. I luoghi dove si trovano oggi è ovunque, nei bar, nei tabacchini e anche in ampie sale create apposta solo ed esclusivamente per le macchinette, le slot che giocano monete o i VLT che si attivano col denaro cartaceo. Di sicuro è camb

Dipendenza affettiva o desiderio di amare?

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di Salvatore Tridico  Dipendenza affettiva o desiderio di amare? È questo l'interrogativo che mi pongo. Dire che si sta bene anche da soli secondo me è una presa in giro perché ognuno di noi vorrebbe ricevere affetto e sentirsi amato/a da parte di un partner. Solo che è da scoprire se quello che si vorrebbe è bisogno o desiderio. Se dovessi parlare in prima persona sinceramente non lo so. Non sto male ma ci sono momenti in cui ho un sentimento alla quale non so associare un aggettivo adatto e non so se quello che vorrei è un bisogno o un desiderio. Un po' la solitudine, un po la vita mi hanno portato ad avere una corazza che mi fa chiudere in me stesso e mi impedisce di aprirmi affettivamente ma allo stesso tempo penso che non debba essere la paura a governarmi e frenarmi nelle relazioni. Viviamo di luoghi comuni e di schemi societari per accontentare l'opinione altrui ma quello che provo che sia desiderio o bisogno, in ogni caso voglio amare ed essere amato perc