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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Fiduciosi e speranzosi per il futuro

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di Antonio DeSimone Pensavo bastasse ancora solo un attimo e la situazione sarebbe scappata di mano. Le misure di contenimento adottate a mio avviso, hanno fatto sì che questo non accadesse. Lungi da me il polemizzare o il simpatizzare per qualcuno, credo che il nostro ministro Giuseppe Conte ha saputo tener testa al virus COVID-19, tirando fuori ciò che più bisognava al paese, la personalità della nazione e Conte ha fatto emergere un gran bel carattere all'Italia, come nelle competizioni di calcio ai mondiali, tutti a tenerci uniti in questa sorte di sorte che ci è toccato e che da tre mesi a questa parte ci tartassa e ci sovrasta, tanto invisibile una certa cosa, che c'ha fatto rendere conto di quanto siamo fragili.  Per quanto questa situazione, ha interessato la politica, il premier Conte, s'è dedicato a riflettere per bene sulle soluzioni da adottare, con al proprio fianco la protezione civile e altri esponenti di altri stati attraverso videoconferenze, ha

Da "La voce" a "Cambia-menti": storia di un progetto editoriale

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di Raffaele Zupo Sono passati quasi venti anni da quando ho conosciuto Salvatore Monaco. In quel periodo non ero in uno stato di forma ottimale, fisicamente ma soprattutto psicologicamente, e la storia della nostra amicizia inizia proprio dalla mia condizione. L’aspetto giovanile, il fare cordiale e la sua preparazione, gli permisero di entrare subito in sintonia con tutto il gruppo che in quel periodo era ospite del C.P.A. (Centro di prima accoglienza). Tra le attività che propose, c’era quella di riprendere il giornalino precedentemente impostato da altri, rispettando il lavoro di questi e quindi di lasciargli il nome, "La voce".  Leonardo A. in quel periodo mi stava insegnando i rudimenti della grafica, senza internet ma con programmi professionali installati nel suo computer, per cui per me fu come una manna dal cielo avere questa occasione, apprendere dal mio maestro mentre realizzavamo un mezzo di informazione tutto nostro. Iniziarono i miei giorni di te

Il coraggio di rubare

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di Francesco Tornelli Mi sono sempre chiesto, ero coraggioso quando decidevo di andare a rubare? Fare una rapina, un furto. Oggi dopo 50 anni passati a pensare di fare fesso il prossimo, mi rendo conto che sono cambiato. È cambiato il mio modo di pensare. Non mi piace l'idea di togliere il frutto del proprio lavoro a un'altra persona. Ogni persona ha le risorse su cui si è impegnato, ognuno ha il frutto del proprio lavoro.  Ritornando al coraggio, sono arrivato alla conclusione che ci vuole davvero coraggio nel rubare, ma non quel coraggio spicciolo, quello che si dice agli altri di avere. "Io ho fatto questo e io ho fatto quello". No. Per rubare ci vuole un coraggio immenso, ci vuole il coraggio di guardarti allo specchio e dirti che è tutto apposto, ci vuole il pelo sullo stomaco e io non ce l'ho. Nella mia vita ho rubato, ho imbrogliato, sono stato un parassita della società, ma non mi sono mai piaciuto.  Oggi, nonostante tutto, ho ritrovato la mi