Da "La voce" a "Cambia-menti": storia di un progetto editoriale



di Raffaele Zupo

Sono passati quasi venti anni da quando ho conosciuto Salvatore Monaco. In quel periodo non ero in uno stato di forma ottimale, fisicamente ma soprattutto psicologicamente, e la storia della nostra amicizia inizia proprio dalla mia condizione. L’aspetto giovanile, il fare cordiale e la sua preparazione, gli permisero di entrare subito in sintonia con tutto il gruppo che in quel periodo era ospite del C.P.A. (Centro di prima accoglienza).
Tra le attività che propose, c’era quella di riprendere il giornalino precedentemente impostato da altri, rispettando il lavoro di questi e quindi di lasciargli il nome, "La voce". 

Leonardo A. in quel periodo mi stava insegnando i rudimenti della grafica, senza internet ma con programmi professionali installati nel suo computer, per cui per me fu come una manna dal cielo avere questa occasione, apprendere dal mio maestro mentre realizzavamo un mezzo di informazione tutto nostro. Iniziarono i miei giorni di terapia vera e propria, la mia mente impegnata in un progetto culturale, lentamente si staccò dalla noia e da quel senso di inutilità. Il lavoro che io e Leo facevamo prima al cpa e poi all’accoglienza, era coadiuvato da Salvatore che ci rappresentava con i “piani alti” e racimolava il materiale che gli chiedevamo. Una volta a settimana facevamo una riunione per programmare quello che per noi era il New York times , cercando di coinvolgere il resto degli ospiti invitandoli a partecipare con i loro articoli, scritti, foto, poesie ecc. Dopo circa un mese di impegnativo lavoro, uscì il primo numero, tutto a colori, fu un successo. Ricevemmo complimenti da tutti, dai nostri compagni, gli operatorie dai sert.

Con questa attività si creò un gruppo coeso e impegnato, che lavorando insieme ebbe modo di confrontarsi l’uno con l’altro, facendoci fare quella parte di terapia che per quanto mi riguarda, fu integrante. Da quel momento, ottenemmo l’ uso di una stanza per avere una redazione vera e propria, La Voce si arricchì di argomenti e rubriche, tra queste “Storia del Rock” e “Cheronte” , barzellette e cronaca comunitaria. Oggi, a distanza di tanto tempo, ricordo questa esperienza con fervore, non dimenticherò mai i miei compagni di quel gruppo che non ci sono più, le esperienze condivise tra risate e lacrime, la soddisfazione di essere riusciti a far sorridere noi stessi. 

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