Paura di cambiare? Rischiare per crescere


di Katya Maugeri 

Paura di cambiare? Timore di mollare le certezze alle quali ci siamo ancorati per non vacillare? Forze effimere che abbiamo creato per non sentirci deboli? Sono atteggiamenti molto comuni: la paura di cambiare può essere utile in alcune circostanze, ma in altre terrorizza a tal punto da immobilizzare ogni nostra azione. Si ha timore di un futuro che deve ancora accadere e che, di certo, non si può prevedere.
“È meglio un male già noto che un bene non sperimentato”, come insegna il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, capita così di voler evitare il rischio e tenerci il nostro malessere, un disagio, ma non affrontare nuove prospettive, il bivio che ci condurrà inevitabilmente a intraprendere un nuovo percorso. Scegliamo di restare nella nostra zona di comfort. Quella zona, quindi, mentale o fisica, alla quale sentiamo di appartenere, un luogo che conosciamo e nella quale sappiamo come muoverci anche ad occhi chiusi. Una comodità che se inizia a bloccare la nostra creatività, i nostri stimoli, la vitalità diventa una zavorra della quale serve liberarsi. Nonostante l'abitudine. Nonostante la paura del cambiamento. Diventa necessario voltare pagina, cominciare a leggere oltre le righe e ritrovare quel benessere sano di cui abbiamo bisogno.
Ma come fare? In primis dovremmo capire cosa non vogliamo più accanto. Cosa ci rende inermi, spenti, vuoti. Accontentarsi, abituarsi a un disagio emotivo ha un rischio da evitare inevitabilmente: l'infelicità. Ma è chiaro: fare il primo passo spaventa, ma è solo timore di sbagliare. Ma è restare fermi, immobili a nuocere davvero. Come delle pozzanghere,e invece dovremmo essere oceani infiniti che accolgono pesci, vita, sole e cambiamenti naturali.

Perché il cambiamento fa tanta paura? 

Quante  volte abbiamo preferito restare fermi e voltare lo sguardo altrove per non prendere drastiche decisioni? Abbiamo preferito sopportare condizioni paradossali pur di non affrontare le possibili conseguenze negative del cambiamento, dimenticando le possibili conseguenze positive. E la nostra felicità? Essere prudenti è un atteggiamento positivo e vantaggioso, ci protegge in molte situazioni. Chi non rischia, inoltre, non vince né perde. Resta neutro in quello stato di normalità che abbiamo creato. La vita è un continuo cambiamento e, a volte, dobbiamo assumerci il rischio per crescere e superare i nostri limiti. Il cambiamento ci spaventa, perché è carico di incertezza, dell’impossibilità di prevedere risultati e conseguenze. Potrebbe portare a un miglioramento o forse no. 
Come affrontare la paura del cambiamento? Non esiste un manuale, purtroppo. Ogni cambiamento è soggetto a più variabili, non sempre prevedibili. Non è un freno, ma una presa di coscienza per non demoralizzarsi durante il percorso. La paura è un’emozione che ci mette in guardia di fronte ai pericoli; dobbiamo accoglierla e capire cosa ci sta dicendo e lasciarsi guidare anche dalle nostre intuizioni.
Rischiare per crescere. Ovvero, cambiare quelle situazioni che ci mettono a disagio, che ci rendono diversi da come siamo realmente, che fanno emergere la parta peggiore di noi.
Avere il coraggio di cambiare è un dono, è volersi bene. È rispettare se stessi per potere, poi, amare incondizionatamente gli altri

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