Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Fate la vostra scelta

Immagine
di Giuseppe Mastroianni Penso che ad ognuno di noi è capitato spesso di riflettere sul proprio passato. Gli errori che ha fatto, quello a cui ha rinunciato, le scelte prese, i bivi che hanno lasciato dentro noi una domanda: "E cosa sarebbe stato di me se avessi preso l'altra strada?". Io questa domanda me la pongo spesso e penso che come tutti, non posso darmi una risposta concreta. Il passato, nostro malgrado, non può essere cambiato ma si può scegliere cosa farne del futuro: si possono costruire le basi affinché sia migliore, possiamo rivoluzionare le nostre vite a 360 gradi, con impegno, pazienza e sacrificio. Il "Cambiamento" qualcosa che parte dall'interno e ad ognuno le proprie motivazioni. In me questo cambiamento è iniziato quando ero stanco del tipo di vita che conducevo, quando il malessere era più forte dello stare bene, quando i giorni tutti uguali mi avevano portato apatia e trasformato in una persona triste. Iniziavo a perdere pezzi d

Le offese l'invidia e la rabbia

Immagine
Storia di un vecchio maestro che venne sfidato da un giovane provocatore. Lui ci insegna a come reagire alle offese C'era una volta un anziano samurai che si dedicava a insegnare il buddismo zen a giovani allievi. Malgrado la sua età, correva la leggenda che fosse ancora capace di sconfiggere qualunque avversario. Un pomeriggio si presentò un giovane guerriero conosciuto per la sua totale mancanza di scrupoli. Egli era famoso per l'uso della tecnica della provocazione: aspettava che l'avversario facesse la prima mossa e, dotato di una eccezionale intelligenza che gli permetteva di prevedere gli errori che avrebbe commesso l'avversario, contrattaccava con velocità fulminante. Questo giovane e impaziente guerriero non aveva mai perduto uno scontro. Conoscendo la reputazione del samurai, aveva deciso di sfidarlo, sconfiggerlo e accrescere così la propria fama. Tutti gli allievi del vecchio samurai si dichiararono contrari all'idea, ma il maestro decise u

Motivazione e cambiamento

Immagine
Il modello TransTeorico spiega gli stadi e i processi che sono alla base del cambiamento, sottolineando l'importanza della motivazione. Autori, correnti teoriche, studiosi di tutto il mondo si sono, negli anni, occupati del cambiamento. Attraverso una analisi comparativa che coinvolse oltre 300 approcci psicoterapeutici, James Prochaska e Carlo Diclemente elaborarono un modello capace di integrarli in maniera sistematica. Nacquero così le basi del Modello TransTeorico del Cambiamento, che sarebbe in seguito stato applicato con successo al cambiamento intenzionale nei comportamenti di dipendenza (DiClemente e Prochaska, 1982). Le difficoltà legate al cambiamento Chi di noi non ha, almeno una volta, desiderato di cambiare? Di modificare comportamenti o abitudini, di migliorarsi? Eppure, nonostante la decisione razionale fosse stata presa, non sempre ci siamo riusciti. Esponendoci, a volte, anche a frustrazioni considerevoli. Vissuti come piccoli o grandi falliment

Il canto alle donne di Alda Merini

Immagine
Io canto le donne prevaricate dai bruti la loro sana bellezza, la loro "non follia" il canto di Giulia io canto riversa su un letto la cantilena dei salmi, delle anime "mangiate" il canto di Giulia aperto portava anime pesanti la folgore di un codice umano disapprovato da Dio. Canto quei pugni orrendi dati sui bianchi cristalli il livido delle cosce, pugni in età adolescente la pudicizia del grembo nudato per bramosia, Canto la stalla ignuda entro cui è nato il "delitto" la sfera di cristallo per una bocca "magata". Canto il seno di Bianca ormai reso vizzo dall'uomo canto le sue gambe esigue divaricate sul letto simile ad un corpo d'uomo era il suo corpo salino ma gravido d'amore come in qualsiasi donna. Canto Vita Bello che veniva aggredita dai bruti buttata su un letticciolo, battuta con ferri pesanti e tempeste d'insulti, io canto la sua non stagione

Riflessioni attraverso la scrittura

Immagine
di Antonio De Simone "Cambia solo chi osa farlo. Lontano dalla sostanza e da ogni dipendenza.” Questo è il titolo di un articolo che scrissi tempo fa e che fu pubblicato in questo blog. Raccontai di me, raccontai dei motivi per cui mi trovo in comunità, descrivendo lo stato psicofisico in cui m’ero riversato e la volontà da parte mia di volermi fermare un attimo, staccarmi un po' dal contesto cittadino o per come dico io allontanarmi dalla società. Scrissi ciò che furono le cause del mio dissesto, dall’uso delle sostanze psicoattive, finendo alle cattive compagnie e scrissi di ciò che più mi portò alla disfatta della mia persona, nell’essere caduto in una fortissima dipendenza al gioco d’azzardo, vissuta per ben due anni, prima del mio ingresso in struttura. Fu la cosa che mi rese irriconoscibile ai miei stessi occhi, il gioco d’azzardo, la ludo-mania, il gioco delle macchinette e dei gratta e vinci, mi ritrovai sprofondato in un vortice di malesseri continui, di

La scrittura, la nostra terapia. Buon compleanno, Cambia-Menti

Immagine
di Giuseppe Mastroianni Già da quando ero bambino il mondo della scrittura e della poesia mi ha sempre affascinato: mi faceva stare bene. Qualcosa che ha sempre fatto parte della mia vita, infatti crescendo ho capito che è uno dei metodi migliori per tirare fuori tutti quei sentimenti che stanno dentro di te: dalla rabbia, alla felicità, all'amore. Per farvi capire, io sono uno di quelli che più dei regali ha sempre preferito la lettera d' amore e in quelle lettere ho sempre detto tutto quello che arrivava direttamente dal mio cuore, le mie emozioni le ho sempre trascritte più che dimostrarle.  Perché dopo mi sentivo libero, svuotato, come se tutti i miei pensieri fossero stati assorbiti da quel foglio e quell'inchiostro. Ancora oggi è così per me, ho il mio quaderno privato dove scrivo tutto quello che ho dentro di me, pensieri, stati d'animo tutto quello che non riuscirei a dire a voce, ma a questo ho aggiunto un qualcosa in più grazie al blog Cambiament

Riflessioni ed evoluzioni

Immagine
di Francesco Tornelli Penso che il "vero" senso della vita sia stravolto: parto da ciò che dovrebbe essere più semplice, aiutarsi l'un l'altro. Questo dovrebbe essere naturale, invece al tempo d'oggi è una pratica secondaria. Sì, io aiuto l'altro a meno che questo non vada contro i miei interessi personali, e non parlo di interessi importanti se non della cosa che è divenuta principale nella nostra vita, il denaro, la carriera, senza pensare a come eravamo e a come potremmo essere senza questo ulteriore pensiero.  Molti di noi (ipocritamente) proclamano con fermezza dei valori immaginari, immaginari perché sono appunto dei valori fino a quando non intaccano il proprio interesse. Molto vasto come pensiero, molto generalizzante, ma ahimè molto attuale. Se pensiamo all'origine dell'invenzione dell'automobile, o meglio, all'origine della casa intesa come punto di riferimento e punto dove sentirsi al sicuro, rifugiarsi, oggi ci sentiamo

Il gomitolo delle relazioni

Immagine
di Maria Sprizzirri Quando parliamo di mediazione penale, troppo spesso ci fermiamo sulla superficie della disciplina stessa, non entrando mai in contatto con l’essenza della mediazione, quell’essenza che rende questo mondo quasi indefinibile, eppure esiste e noi ne siamo l’esempio vivente. Dietro la nostra di mediazione, prima dell’incontro tra vittima e autore di reato, c’è la persona, con le sue fragilità, insicurezze, emozioni, coraggio, orgoglio, insomma la vita, e alla base di tutto ciò le relazioni che costituiscono il quotidiano di tutti noi e che definiscono il nostro Io. Proprio per questa l’attività preparata per oggi mette al centro di tutto le relazioni che intercorrono all’interno del gruppo , sfruttando gli strumenti che ogni mediatore porta nella propria valigia: empatia, ascolto attivo e comunicazione non verbale. Ma perché il gomitolo? Un famoso libro che ho letto e riletto, “La solitudine dei numeri primi”, diceva: “Perché loro erano uniti da un filo elastico e

La terra di mezzo

Immagine
di Salvatore Monaco Ascoltavo alla radio una trasmissione che in maniera giocosa affrontava il delicato mondo della pubertà e di tutti i relativi cambiamenti. L’argomento principale era la comparsa del primo menarca per le femminucce  e conduttori e radioascoltatori che intervenivano in diretta, “giocavano” su quale nome scientifico invece era attribuito al processo maschile di maturazione sessuale nel maschietto. Penso che l’educazione sessuale sia una delle materie più importanti da inserire definitivamente  nei programmi scolastici e non solo a discrezione di bravi presidi e insegnanti che spesso devono scontrarsi contro l’ignoranza e l’ottusità di molti genitori che si oppongono a tali argomenti, ritenuti inadatti, azzardati eccetera. Non bisognerebbe assolutamente imbarazzarsi davanti alle domande di curiosi e a volte impauriti fanciulli che si avvicinano sempre più alla delicata “Terra di mezzo”, l’età in cui i cambiamenti fisici e psicologici abbattono tutte le cert

Sbagliare, fallire e ricominciare

Immagine
di Marco Tornelli Scegli di vivere, di ricominciare a conquistare ciò che appartiene a te, ai tuoi obiettivi, alla tua vita. Nessuno può darti ciò che realmente desideri soltanto tu riuscirai a rendere felice te stesso: certo sarà anche difficile trovare quell'equilibrio che ti permetterà di essere sereno ma nessun'altra persona potrà realmente dar vita ai tuoi sogni se non sei in primis tu a credere in tutto ciò che fai. Dopo aver creduto in relazioni forzate quasi malate, dipendente da qualcosa che in realtà non esisteva ti trovi da solo davanti a un diavolo di specchio e guardando te stesso negli occhi capisci di esser vuoto o meglio di avere il vuoto intorno. Capisci di aver sbagliato di nuovo in qualcosa, per la prima volta riesco a capire cosa cavolo vuol dire fallire: ecco appunto, ho fallito. Ma ecco che dal nulla ritrovo la forza di mettermi l'orgoglio da parte e ricominciare quel percorso che realmente mi rendeva felice e soprattutto uomo. Ringrazio ch

Combattente tra valori e libertà

Immagine
di Salvatore Tridico Molte volte ci si lamenta per cose futili dimenticandoci che le cose importanti della vita non sono cose. E questo mi fa incazzare prima con me stesso e poi con gli altri. Diamo valore a cose materiali e ci convinciamo che siano loro a realizzarci. Diamo per scontato cose che ne capiamo il valore solo quando le perdiamo o quando rischiamo di perderle, tra queste la famiglia e la libertà. Esistono persone che non hanno mai fatto niente per danneggiare la propria vita e rischiano di morire per delle malattie terminali ma combattono per continuare a vivere. E poi esistono persone che hanno tutti i 5 sensi che Dio ci ha donato che non hanno alcun problema fisico e stanno bene di salute e si lamentano come se gli mancasse sempre qualcosa, persone che non danno valore alla loro vita facendosi del male con le proprie mani per motivazioni che qualsiasi fossero non sono comunque delle buone ragioni per distruggersi in quanto sono soltanto scuse stupide. Ed una t

In nome dell'autostima

Immagine
di Francesco Tornelli  Nei giorni scorsi, per la prima volta, ho proposto e presentato un laboratorio di mediazione penale, naturalmente con il supporto di Cristina e Maria.  Il laboratorio consisteva nel far crescere l'autostima di  ogni partecipante guardandosi allo specchio e scrivendo per ogni lettera del proprio nome un aggettivo positivo e tra tutti gli aggettivi del nome sceglierne uno in particolare e narrare un episodio della propria vita che lo rappresentasse.  Il laboratorio sull'autostima mi è venuto in mente visto il momento che stava attraversando il gruppo, un po' sottotono e restio nel credere in sé stessi. Forse era solo una mia impressione perché stavo andando via ed avevo apprensione per i miei amici, o forse no. Nella mia permanenza in comunità ho fatto da collante per il gruppo e credevo che andando via il gruppo potesse sfaldarsi e quindi questo laboratorio è servito a loro per conoscersi meglio e cercarsi tra loro un nuovo leader, ma sop

Paura di cambiare? Rischiare per crescere

Immagine
di Katya Maugeri  Paura di cambiare? Timore di mollare le certezze alle quali ci siamo ancorati per non vacillare? Forze effimere che abbiamo creato per non sentirci deboli? Sono atteggiamenti molto comuni: la paura di cambiare può essere utile in alcune circostanze, ma in altre terrorizza a tal punto da immobilizzare ogni nostra azione. Si ha timore di un futuro che deve ancora accadere e che, di certo, non si può prevedere. “È meglio un male già noto che un bene non sperimentato”, come insegna il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, capita così di voler evitare il rischio e tenerci il nostro malessere, un disagio, ma non affrontare nuove prospettive, il bivio che ci condurrà inevitabilmente a intraprendere un nuovo percorso. Scegliamo di restare nella nostra zona di comfort. Quella zona, quindi, mentale o fisica, alla quale sentiamo di appartenere, un luogo che conosciamo e nella quale sappiamo come muoverci anche ad occhi chiusi. Una comodità che se ini

Il miglior alleato? Me stesso.

Immagine
di Francesco Tornelli Bisogna accettare i propri limiti, anche se a volte sono gli altri che te li danno. È la tua età che te li dà, è il tuo rinunciare a delle cose forzatamente, è quello che ti è stato inculcato dal mondo, è il non essere liberi se non della libertà che gli altri ti permettono. Qualcuno può dire che è una giustificazione per accontentarsi, altri diranno che sei un piagnucolone e che non hai il coraggio di affrontare la vita, che fai del vittimismo la tua arma. Purtroppo non tutto ci è permesso, o meglio, ci è permesso ciò che un'altra persona vuole da noi, e lo stesso noi facciamo con gli altri. Se si è scaltri e con poca sensibilità e poca coscienza, in questo mondo, sei un grande, un rampante, una persona che arriva senz'altro ai gradini più alti della scala sociale, (diciamo un po' egoistico come pensiero). Se invece sei sensibile e pensi che gli altri pensino te allo stesso modo come tu pensi a loro, ti ritrovi a vedere delle presunte catt

I cicli della vita

Immagine
di Rosa Cortese Ho da poco intrapreso il percorso per diventare mediatore penale e, qualche giorno fa, io e alcune mie colleghe, siamo state accolte alla Comunità Eden il Delfino con gentilezza dagli ospiti che dovevano effettuare insieme a noi un laboratorio didattico avente a oggetto: “I cicli della vita: fanciullezza, adolescenza e età adulta”. Bisognava descrivere un ricordo che maggiormente aveva segnato ciascuno dei periodi, sottolineandone l’intensità con un aggettivo che rappresentasse il tutto. Affiancare ciascun ospite che si accingeva ad andare a ritroso nella propria memoria, è stata veramente un’esperienza carica di emozione ed a tratti anche di profondo dolore. Non è facile spalancare la “porta del cuore” ancor più a dei perfetti estranei ma è servito ad entrare in sintonia, a ricreare un momento di grande partecipazione, commozione ed estrema vicinanza tra noi, attraverso la lettura ed anche il dialogo.  Paulo Coelho scrive: ”Non è facile né essenziale torn

A Figline Vegliaturo la casa di riposo San Giovanni Battista: una casa dai terrazzi color delle stelle

Immagine
Non un'ultima fase della vita, ma l'inizio di un nuovo percorso da vivere appieno senza rinunce né solitudine. Accoglienza, empatia e tanta passione: sono le caratteristiche che da anni contraddistinguono il Centro di solidarietà Il Delfino. Un cammino in evoluzione che nei giorni scorsi ha aggiunto un nuova tappa importantissima: l'inaugurazione della casa di riposo San Giovanni Battista. Una casa di moderna concezione che dispone di ampi ambienti luminosi, progettati per favorire il calore, l’accoglienza, la familiarità, la praticità ed il senso estetico.  "Con l'inaugurazione l'esperienza del Centro di Solidarietà il Delfino si arricchisce di un nuovo servizio sociale rivolto alle persone anziane bisognose di assistenza e cura - dichiara il presidente Renato Caforio -. Questa casa di riposo dedicata a San Giovanni Battista vuole essere non solo un luogo di assistenza ma di accoglienza della persona, che proprio perché anziana, fragile bisognosa

L’importanza delle relazioni fondate sul rispetto

Immagine
La droga , causa delle rotture relazionali di Azzurra Mazzocca Il rispetto è un sentimento di stima, è un atteggiamento di riguardo verso un’altra persona. È dunque una manifestazione concreta dell’affetto: rispettare significa riconoscere il valore dell’altro.  Sia nel contesto comunitario che nella vita quotidiana, per vivere insieme agli altri, è fondamentale imparare a costruire delle relazioni fondate su tale principio. Un ospite della comunità “Eden” de “Il Delfino” racconta di essere stato poco rispettoso nei confronti dei propri genitori, ricorda tutte le volte che le sue condizione di salute erano pessime a causa della sostanza, ricorda poi tutte le volte che i Carabinieri si presentavano a casa perché aveva commesso uno dei tanti atti devianti.  Ripensa all’equilibrio familiare che ha distrutto, allo stato d’animo del padre, al dispiacere di sua madre… E si sente in colpa per non aver rispettato queste preziose relazioni, per essere stato così egoista. Ma co

L'emozione prima del consumismo

Immagine
di Raffaele Gencarelli Erano gli anni '60, la vita nella mia frazione, Duglia, scorreva lenta e serena, arrivato ottobre, non si poteva più rimandare: l'inverno cominciava ad affacciarsi, mimetizzato tra i colori pastello dell'autunno, gli alberi iniziavano la lenta mutazione, cedevano al vento le foglie, in cambio della promessa di un nuovo e sgargiante vestito per la primavera. Era tempo di scarpe nuove. A casa non avevamo la scarpiera, non serviva perché una volta comprato un paio di scarpe, loro diventavano una nuova pelle, che si abbandonavano quasi come una mutazione allorquando erano consumate e inservibili. Mia madre ci tirava a lucido, io usavo una brillantina della Linette che avevo trafugato a papa', e ci portava in paese per l'agognato acquisto, i negozi in cui ci recavamo erano ubicati alla salita del Municipio, dove c'erano Francatrippa e Sdegno, la scelta era cosa materna, io ed i miei fratelli non partecipavamo alla trattativa, le scarp

Il segreto del cambiamento? Dedizione e iniziativa

Immagine
di Antonio De Simone M’è rimasto molto impresso un istante di una giornata trascorsa qui in comunità, quando per alcuni secondi mi sono soffermato con lo sguardo su uno scatolone messo da parte e pronto per essere smaltito nei rifiuti. L’ho guardato attentamente e visto che m’ero proposto di creare un’alzatina per dei cornetti da servire al break mattutino, sapevo che quello scatolone era ciò che stavo cercando, ma nello stesso tempo guardandolo, gliene stavo dando una forma. Inizio così a preparare l’occorrente: forbici e carta gommata, tutto il resto riguardo al rivestimento è venuto da sé e alla base di tutto c’era una cassettina di cartone 20×35. Riconosco comunque che una buona dose di fantasia nella creatività è stata indispensabile per la realizzazione di questa alzata. Del lavoro ottenuto, a parer mio, non potevano risultarne di migliori. La robustezza e l’impatto visivo hanno riscontrato nessun difetto e particolare è stata l’idea di poter usufruire di un ripiano mob

L'assistente sociale e il suo ruolo nel privato sociale

Immagine
       di Brunella Linardi   Trovo geniale l'idea di utilizzare questo mezzo di comunicazione, è importante considerare tale strumento come un momento informativo, ma anche di scambio e di confronto. Mi è stato chiesto di scrivere per questo blog, rispetto a quello che è il mio operato all'interno della struttura dove esercito la mia professione, e sono stata molto consenta di accogliere questa richiesta. Contribuire non significa solo collaborare, ma trovo anche utile evidenziare gli aspetti legati al ruolo dell’assistente sociale all'interno di una struttura socio-sanitaria quale  la Lucia Mannella, per favorire una maggiore conoscenza. L'esigenza di fare rete nei vari servizi della cooperativa potrebbe costituire una modalità nuova di lavorare, cosicché ci sia più omogeneità e abbracciare la stessa mission.  La corretta gestione di una cooperativa come il Delfino passa anche attraverso l'accurata definizione della visione della Mission, la quale in