In nome dell'autostima
di Francesco Tornelli
Nei giorni scorsi, per la prima volta, ho proposto e
presentato un laboratorio di mediazione penale, naturalmente con il supporto di
Cristina e Maria.
Il laboratorio consisteva nel far crescere l'autostima
di ogni partecipante guardandosi allo specchio e scrivendo per ogni
lettera del proprio nome un aggettivo positivo e tra tutti gli aggettivi del
nome sceglierne uno in particolare e narrare un episodio della propria vita che
lo rappresentasse.
Il laboratorio sull'autostima mi è venuto in mente visto il
momento che stava attraversando il gruppo, un po' sottotono e restio nel
credere in sé stessi. Forse era solo una mia impressione perché stavo andando
via ed avevo apprensione per i miei amici, o forse no. Nella mia permanenza in comunità ho fatto da collante per il
gruppo e credevo che andando via il gruppo potesse sfaldarsi e quindi questo
laboratorio è servito a loro per conoscersi meglio e cercarsi tra loro un nuovo
leader, ma soprattutto è servito tantissimo a me per farmi ridimensionare e
comunque per non caricarmi di responsabilità non mie, e di avere più fiducia
negli altri, ognuno ha i propri tempi e questo non significa non volere,
significa saper attendere. Mi sono emozionato moltissimo nel prepararlo, anche se ho avuto
un'ansia esagerata.
Il mancato giudizio da parte del
mediatore mi ha aiutato tantissimo ad aprirmi e mi ha aiutato molto nel
non giudicare, il fatto di aver sempre giudicato gli altri in base al mio
passato non mi ha aiutato molto ad aprire nuove relazioni interpersonali e da
quando ho conosciuto questo mondo ho deciso di dedicarmi ad esso completamente,
per il semplice fatto che la mediazione aiuta un po' tutti i personaggi che
vanno a usufruirne e da qualcosa a tutti, dalla vittima al reo passando dal
mediatore.
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