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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

La riscoperta del gruppo nell’elaborazione del lutto

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di  Azzurra Mazzocca La droga uccide. Quante volte abbiamo sentito questa frase? È semplice pensare alla droga come agente danneggiante, sapere che qualsiasi sostanza costituisce un fattore di rischio per la propria salute. Però quando realmente muore qualcuno ci si rende conto che tale consapevolezza, nella sua semplicità, non basta. Come lo descrivi un corpo consumato e in fin di vita? Non esistono parole. E allora è necessario fermarsi a riflettere. Questo è ciò che è successo nella Comunità Eden del Delfino quando, in seguito alla morte di un membro del gruppo, ci si è ritrovati a vivere un vortice di emozioni negative. Chi vive la comunità di recupero è consapevole che il gruppo sia un’entità psicologica diversa dalla somma dei suoi componenti, la cui diversità è data proprio dalle relazioni dinamiche esistenti tra gli stessi individui. Si tratta di un ingresso progressivo in un ambiente culturale condiviso in cui la riflessione e il dialogo che ne conseguono permett

Il sentimento, nell'umile senso umano della vita

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di Antonio DS Nella vita ciascuno dedica a se stesso il tempo che si ritrova a dover vivere. Certo, ci sono circostanze dove si è costretti a portare avanti situazioni che non tanto gli aggradano, okay, esperienze dove ci si ritrova anche per forza a doversi veder vivere, può essere una patologia che riguarda la salute e allora direi dipende, o una condizione difficile da poter staccare.  Ciò che penso sono le sicurezze che una persona ha in se stesso. Penso che anche o soprattutto in maniera astratta, ognuno ha a sé, strumenti, ha delle potenzialità, ha tanto da dare e da poter ricevere in quello che è il senso della vita, di cui io ne conosco due, il vivere e il condividere emozioni e la crescita per sé che ogni persona deve migliorarsi. Ecco allora il valore che ha un sorriso, la mente aperta, la voglia di poter conoscere e affrontarsi ancora di più nel tempo, la razionalità in quello che è l'istinto che può proiettarti nel gusto e in ciò che più fa piacere e ciò per

Il fenomeno della doppia diagnosi

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di Salvatore Monaco Nei servizi che si occupano di dipendenze patologiche si sente nominare sovente il termine doppia diagnosi. Ma chi sono i pazienti cosiddetti in doppia diagnosi o in comorbilità psichiatrica? Sono quelli che oltre alla dipendenza patologica, presentano disturbi di natura psichiatrica, come quelli dell’umore, di ansia, schizofrenia e di personalità. Sono pazienti che rispetto a quelli classici delle dipendenze, presentano un maggior numero  di ricadute, frequenti ricoveri, maggiori recidive in attività illegali (la maggior parte delle volte per procurarsi le sostanze), più alto rischio di contrarre malattie infettive. Chi nasce prima, il disturbo psichiatrico o la dipendenza? La diatriba storica sull’argomento  tra gli esperti di settore e i vari servizi di cura è sulla  relazione esistente tra la dipendenza e la patologia psichiatrica, vale a dire, chi è nato, prima l’uovo o la gallina? Esisteva già un disturbo psichiatrico a monte per cui

Per Alfredo...

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di Antonio De Simone Ciao Alfredo, questo messaggio che scrivo è per te e lo scrivo a nome di tutti noi.   Sapevamo del tuo stato, in un letto d'ospedale in questi giorni e fra di noi, i tuoi compagni di viaggio, da quand'è che avevamo appreso la notizia del tuo ricovero, tutti quanti nutrivamo la speranza che ti riuscissi a riprendere. Così purtroppo non è stato.  I tuoi occhi adesso si sono aperti nella pace e sei nella quiete, lontano da iniquità, sofferenze e cattiverie. A noi ti sei sempre dato: occasione di condividere tutta la tua esperienza riguardo alla vita e sappiamo quanto ti sei dato da fare per viverla dignitosamente, anche se c'erano dei dispiaceri che ti accompagnavano. Dentro di noi rimane un bellissimo ricordo di te e nostro Signore t'ha chiamato a Lui nel suo giorno, di domenica.  Ecco che allora, per la particolarità di questo giorno, è nella fede che siamo certi ancora di più, che da lassù vigili e vegli su tutti quanti noi e in modo pa

La nostra soddisfazione nel presepe vivente

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di Antonio De Simone Quest'anno alla comunità eden "Il Delfino" noi utenti ci siamo voluti cimentare di nuovo nella rappresentazione del presepe vivente. Un'occasione particolare questa per potersi ritrovare in uno dei momenti ricreativi che più di tutti, a mio parere, riesce a far vivere momenti d'insieme ricchi di emozioni e di vitalità. Siamo rimasti abbastanza divertiti nell'inscenare le caratteristiche figure dei personaggi nei loro ruoli e al suggestivo paesaggio impostato e addobbato più o meno allo stesso modo dell'anno scorso, quest'anno si è pensato di allietare la serata col caratteristico suono delle cornamuse, mentre da mangiare invece, oltre che a riproporre la fagiolata, abbiamo potuto preparare dei panini con salsiccia, whurstel o pancetta, cotti al momento alla brace, su una eccellente griglia messa a disposizione dal nostro operatore Raffaele.  Soffermandomi un attimo sul perché quest'occasione risulti particolare nel

Krokodil, la droga che mangia il corpo

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di Salvatore Monaco Da qualche anno si sente spesso parlare di krokodil , pericolosissima sostanza illegale i cui effetti sono devastanti per chi l’assume, tanto da essere stata ribattezzata la droga degli zombi. Uno dei suoi effetti collaterali più terrificanti, infatti, è rappresentato dalla carne che marcisce fino ad andare in necrosi, staccarsi dalle ossa e dalla pelle che diventa squamosa e verdastra, a causa delle piaghe purulenti che si generano, ricordando la tipica pelle di un coccodrillo. Questo narcotico a base di desomorfina, sostanza oppiacea derivante dalla morfina, proviene dalla Russia. Ma perché una sostanza così letale continua a essere venduta in modo ostinato sul mercato della droga, arrivando a raggiungere negli ultimi tempi anche le piazze di spaccio Italiane? La risposta è semplice: costa poco, con circa dieci euro è possibile reperire tutte quelle sostanze necessarie a preparare in casa il composto. Serve davvero poco a “cucinarla” servendosi di u