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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

Giornata mondiale contro la droga, serve consapevolezza per distruggere quel demone

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  di Andrea C. La droga è un brutto demone, ma nonostante l’informazione e gli esempi, si ci continua a ricadere lo stesso. Probabilmente perché è una malattia e sono le proprie difficoltà, debolezze, , fragilità, a volte il proprio vissuto individuale che si ha fin dall’infanzia, ti fa entrare a contatto con le sostanze e le false illusioni e il finto benessere momentaneo. Nonostante i pregiudizi o chi si vuol sentire sconfitto, questo demone chiamato droga si può sconfiggere lo stesso, soprattutto non riuscendo da soli, chiedendo aiuto alla comunità dove tutti insieme tra ragazzi e operatori come una grande famiglia, ci si aiuta a prendere consapevolezza del sé e delle proprie fragilità. Lavorando sui meccanismi, che rivolti al fuori della comunità sarebbero ricadute, in modo da rafforzarsi e saper riconoscere lo stato d’animo o sentimento che si prova quando ci si va a drogare. Perché, riconoscendolo, si evita, si previene e grazie alle difese apprese in comunità si sconfigge pe

Testimonianze che fanno bene al cuore

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di Roberto DS Mi trovavo al Serd per svolgere  una commissione insieme agli operatori della  comunità Eden in cui sono attualmente residente nella fase del reinserimento socio/lavorativo. Improvvisamente, a freddo,  una delle assistenti sociali del servizio  mi chiede di fare una testimonianza per un ragazzo che era a colloquio con la psichiatra.  Al Serd mi  conoscono ormai  da tempo e per fortuna ad oggi, dopo varie peripezie, sono in una fase nuova di vita sia personale che lavorativa.  Il ragazzo in questione, ha interrotto molto precocemente il percorso a cui era stato indirizzato per uscire da un problema non semplice come quello  della tossicodipendenza. Mi sono sentito molto gratificato per essere stato chiamato in ballo come testimone di qualcosa di positivo e dopo aver dato a lui dei consigli, ho  ovviamente augurato al giovane di riflettere bene sugli errori fatti e di non avere fretta e riflettere bene su ciò che dovrà fare per non sbagliare più. Di una cosa ne son

Affetto: tra tossicodipendenza e sindrome di Stoccolma

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di Andrea Bruzzi  Le "porte girevoli" di una comunità di recupero rappresentano, per qualsiasi individuo dei varchi, un crocevia di scelte ed opportunità, ed allo stesso tempo possono rappresentare la più grande manifestazione di staticità o, al contrario, di dinamismo. Questo input però, non è esclusivo dei soli fruitori del servizio, gli utenti ,ma afferisce anche alla cerchia di chi varca le porte con degli orari, i quali orari determinano e scandiscono diversamente la qualità del tempo all'interno. Quando esistono, o sono mentali, confini tali da rendere una relazione utente/operatore fredda e statica, raramente può subentrare l'elemento affettivo di cui parlavo nella presentazione di queste righe. Al contrario succede che spesso, al cospetto di una grande empatia, si stabilisce qualcosa che può rappresentare il bene come il male. Il concetto di affetto che vorrei esprimere, però, non è romantico o platonico. Nel campo della tossicodipendenza esso può avere

“Eppure gioia”, pedalata assistita per nuovi traguardi

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  di Salvatore Monaco Bisogna seminare, curare, raccogliere per centrare gli obiettivi della vita. Le variabili negative che possono sabotare i risultati, sono molteplici e rischiano di mandare in frantumi, improvvisamente, anni di sacrifici. Bruno ha provato a seminare tanto nella vita, non sempre ha curato i suoi semi e spesso è ripartito da capo. Ogni “terreno” in che ha abitato anche per poco tempo, gli ha insegnato qualcosa e oggi sta lottando consapevolmente  contro tutti i  demoni che si interpongono  tra lui e il raggiungimento del manuale del bravo coltivatore.  Grazie ai sui sacrifici e al supporto di tutte le persone che hanno sempre creduto in lui, oggi ha comprato la sua prima bici elettrica e continuare a pedalare per quella   strada  ancora in salita, fatta di curve ripide, buche da evitare, traguardi da raggiungere. Ma la sua bici ha la pedalata assistita, un po’ come la sua vita: nei momenti in cui la salita diventa più faticosa, sa che può inserire quel support