I cicli della vita
di Rosa Cortese
Ho da poco intrapreso il percorso per diventare mediatore
penale e, qualche giorno fa, io e alcune mie colleghe, siamo state accolte alla Comunità Eden il Delfino con gentilezza dagli ospiti che dovevano
effettuare insieme a noi un laboratorio didattico avente a oggetto: “I cicli
della vita: fanciullezza, adolescenza e età adulta”. Bisognava descrivere un
ricordo che maggiormente aveva segnato ciascuno dei periodi, sottolineandone
l’intensità con un aggettivo che rappresentasse il tutto. Affiancare ciascun
ospite che si accingeva ad andare a ritroso nella propria memoria, è stata
veramente un’esperienza carica di emozione ed a tratti anche di profondo
dolore. Non è facile spalancare la “porta del cuore” ancor più a dei perfetti
estranei ma è servito ad entrare in sintonia, a ricreare un momento di grande
partecipazione, commozione ed estrema vicinanza tra noi, attraverso la lettura
ed anche il dialogo.
Paulo Coelho scrive: ”Non è facile né essenziale tornare
nel passato a riaprire le vecchie ferite. L’unica giustificazione è la
consapevolezza che una simile conoscenza mi aiuterà a comprendere meglio il
presente.” Trovo sia una frase bellissima che racchiude una grande verità. Noi
siamo e saremo sempre il nostro passato, le nostre radici, i luoghi che ci
hanno visto nascere e crescere e, soprattutto, le persone care, spesso
scomparse, che inesorabilmente hanno dato un’impronta al nostro essere,
contraddistinguendo il nostro cammino ed a volte, purtroppo, segnandolo. Ma se
il nostro passato e tutto ciò che abbiamo vissuto, spesso con gioia ed altre
volte con estrema fatica ed anche disperazione, ci serve a riaprirci al mondo
per diventare persone migliori, allora è bene dar voce anche a tutto ciò che
dentro di noi “urla in silenzio” e chiede di venire alla luce solo per farci
comprendere che c’è una speranza di ripresa ed un ritorno alla Vita per tutti.
Il nostro passato non dobbiamo per forza annientarlo, ci servirà per
ricordarci chi eravamo e, forse in parte, cosa non vogliamo più essere. Ciò
che conta maggiormente è il nostro futuro che possiamo ricreare a nostra
immagine e somiglianza, attraverso l’impegno e le nostre passioni, dando un
senso alla nostra vita ed anche a quella di chi ci vuole bene e ci aiuta,
quotidianamente, in questo percorso di rinascita, usando noi stessi come
esempio di riscatto e di buona volontà.
Dobbiamo essere delle fenici che
risorgono dalle loro ceneri più forti e splendenti di prima perché siamo solo
noi che ,in fondo, decidiamo quale strada percorrere. Ad maiora semper
ragazzi!
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