Disturbi d’ansia in comorbilità
di Salvatore Monaco
Tra i disturbi più frequenti nei casi di comorbilità
psichiatrica, troviamo i disturbi di ansia. L’ansia può essere definita come
una emozione che si caratterizza da stati di tensione, senso di minaccia, forte
preoccupazione con alterazioni fisiche come tachicardia, sudorazione,
tremolio, ipertensione. Le cause scatenanti possono essere genetiche, cioè i
fattori biologici possono far scaturire forme di ansia, come per esempio una
produzione molto alta di noradrenalina (ormone dello stress) e riduzione di serotonina
(che regola il benessere) e di Gaba (neurotrasmettitore inibitorio). Ma tra le
tante cause troviamo quelle di origine familiare e ambientale come gli stile di
vita, le separazioni, lo stress etc), l’uso di determinati farmaci come la
caffeina, la cocaina, le anfetamine e corticosteroidi, l’esposizione a traumi o
esserne vittima.
Che cos’è l’ansia
Deriva dal latino angere cioè a dire stringere, rende quindi
bene il significato della sensazione di costrizione, di dubbio e incertezza sul
proprio futuro, sui pensieri ricorrenti e preoccupazioni esagerate. Rappresenta
sovente uno stato caratterizzato da attacchi di paura e panico non collegabili
ad uno stimolo ben preciso, quindi si differenzia dalla paura vera e propria di
fronte ad un reale e concreto stimolo. L’ansia anticiperebbe una situazione di
pericolo o catastrofe, accompagnata da nervosismo e tensione. Solo nell’800
l’ansia viene trattata come malattia mentale da curare con terapie
farmacologiche e tramite la psicoterapia. L’ansia quindi è un atto di
previsione per un pericolo non immediato ma che può sopraggiungere.
Ansia funzionale e ansia patologica
Un’ansia non eccessiva, può avere una valenza adattiva, ci
permette quindi di anticipare delle situazioni stressanti e affrontarle meglio
preparati; non è cosi invece per tutte quelle situazioni in cui il livello di
ansia incrementa a tal punto da travalicare i suoi aspetti adattivi, utili,
venendosi a determinare situazioni che compromettono la vita sociale e
lavorativa dell’individuo.
Durata di un disturbo di ansia
Durano tipicamente 6 mesi o più e questo intervallo
temporale differisce l’ansia dalla classica paura la cui durata è molto più
breve e di solito circoscritta all’evento negativo.
Disturbi di ansia più classificati dal DSM-5, ossia il
manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali
Disturbo d’ansia da separazione, disturbo d’ansia sociale,
disturbo di panico, agorafobia, disturbo d’ansia indotto da sostanze, disturbo
d’ansia generalizzata, disturbo d’ansia dovuto a un’altra condizione medica,
disturbo di ansia non specificata, fobia specifica e mutismo selettivo.
Ognuno di questi disturbi può associarsi ad una condizione
di dipendenza e determinare la situazione clinica di comorbilità psichiatrica o
doppia diagnosi, indipendentemente se a formarsi prima sia stato il sintomo
psicopatologico o l’assunzione di una determinata sostanza.
L’eccessiva ansia è nemica e cattiva alleata di un buon
percorso terapeutico/riabilitativo poiché i sintomi rischiano di compromettere
la compliance farmacologica e l’alleanza terapeutica, parametri fondamentali
per un trattamento fruttuoso. Molto spesso è l’ansia patologica, quella
eccessiva delle preoccupazioni che spingono un utente in comorbilità ad
abbandonare il percorso terapeutico.
I pensieri negativi, i sintomi fisici che ne conseguono,
portano spesso l’individuo che ne soffre a distrarsi e a distogliere
l’attenzione sulle reali priorità della vita e il suo unico pensiero diventa il
dover trovare una soluzione allo stato di angoscia che ne deriva, un sollievo
che porti al placare dei pensieri rimurginanti e che allontanano dalle
responsabilità. Spesso il dover trovare urgentemente una soluzione a questa
paura esagerata e irreale porta al fenomeno del “tutto e subito”, del risolvere
immediatamente un qualunque problema con la difficoltà di rimandare anche di
poche ore la frustrazione nel non poter risolvere immediatamente un bisogno,
una necessità. Queste forme di ansia , a seconda della loro categorizzazione,
assumono connotazioni diverse con sintomatologie specifiche che minano al
raggiungimento degli obiettivi se non adeguatamente trattati.
Trattamento e cura
Quando l’ansia è persistente e interferisce con il benessere
psicofisico dell’individuo, si ricorre ai farmaci ansiolitici e alle
psicoterapie. Nei percorsi terapeutico riabilitativi si affronta all’inizio la
diminuzione dei sintomi ansiosi, attraverso un buon inquadramento diagnostico e
farmacologico, per arrivare progressivamente durante il percorso terapeutico,
all’elaborazione delle cause che hanno determinato questi sintomi e alla
prevenzione delle ricadute, attraverso tecniche di gestione dello stress e
lavorare quindi sugli eventi scatenanti, tecniche di rilassamento,
esercitazioni per sostituire i pensieri negativi con quelli positivi e
soprattutto migliorare alcune abitudini di vita che favoriscono la diffusione
dell’ansia.
(pubblicato su Infodipendenza: https://www.sicilianetwork.info/disturbi-dansia-in-comorbilita/)
(pubblicato su Infodipendenza: https://www.sicilianetwork.info/disturbi-dansia-in-comorbilita/)
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