Il pensiero ossessivo che genera distruzione

di Giuseppe Mastroianni

Sicuramente nel corso della nostra vita un po’ tutti siamo stati discriminati e di conseguenza abbiamo discriminato qualcuno. Proprio come ha fatto Hitler con gli ebrei. Magari solo per un modo diverso di approcciare la vita, per differenti modi di pensare, idee politiche diverse, differente colore della pelle e fisicità.

Anch’io in passato mi sono trovato nella condizione di discriminare e in modo anche forte chi era lontano dalla mia corrente di pensiero o semplicemente chi non aveva il mio modo di approccio verso la vita. Li ritenevo stupidi, gente senza carattere, che ora ragionando da persona adulta penso abbiano fatto la scelta più saggia della loro vita!

Da piccolo io avevo uno stile di vita particolare, diverso da quasi tutti i miei coetanei. Mi piaceva il rischio, la trasgressione, l’eccesso. Una vita sesso, droga e oltre al buon vecchio rock’n’roll avevo aggiunto qualche rapina per non farmi mancare proprio nulla e chi non era dalla mia parte era una nullità, chi non faceva la mia vita non era un uomo. Piano piano da un gruppo di 30 o più persone si è creato un sotto gruppo che ha iniziato a discriminare “i buoni” delle volte anche in malo modo, con pestaggi e con parole del tipo “o stai dalla mia parte oppure cambia strada".

Queste sono modalità di pensiero che mi sono portato dietro per un sacco di anni e che un “ragazzo di strada” non dimentica facilmente. Uscire da tutto questo implica una grande forza di volontà e conoscenza di se stesso, decidere chi vuoi essere e mettere sul piatto della bilancia con il tempo a cosa ti ha portato tutto questo. Io l’ho fatto e sono arrivato a capire che tutto quello che ho fatto mi ha portato solo a tanta sofferenza e rabbia per non parlare di quanta ne ho causato agli altri.

Ora, a mente lucida, posso dire che anche io dovevo stare dalla parte dei “buoni", anch’io sono un “buono”, ma soprattutto perché a fare i “cattivi “ non ci si guadagna niente.


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