Darix incontra il Centro di solidarietà Il Delfino perché, come ogni buon pilota che si rispetti, ha avuto necessità di un pit stop presso una delle sue strutture residenziali, nel corso del Gran Premio chiamato vita. La sua dipendenza all’alcol, negli ultimi anni dopo la pandemia è stata legata ad alcuni momenti di grande sofferenza, alcune perdite lo hanno destabilizzato, ma è un uomo che vuole ricominciare da se stesso ripartendo al più presto con il lavoro. Darix nasce da una famiglia circense, che da 4 generazioni porta avanti la tradizione che li ha contraddistinti nel tempo, il “Circo De Angelis” uno dei più famosi in Calabria. Cresce con i racconti delle avventure del papà, del nonno e del bis-nonno, famosi circensi in giro per l’Europa. Durante i loro tour frequenta diverse scuole, impara 4 lingue e nei suoi viaggi ricorda ancora le lunghe carovane, gli odori e i sapori dei luoghi che visitava. “Io deve vedere, io devo scoprire i posti che visito” Darix ci racconta
di Salvatore Monaco Scrivo questo articolo sulle nuove forme di dipendenza, più con la preoccupazione di un genitore che con fare da esperto. Osservo molti dei comportamenti dei miei due figli adolescenti e cerco di capire, di entrare nel loro modo di pensare, di vedere il mondo oggi, magari come lo vedevamo noi quasi cinquantenni, circa 35 anni fa, magari con le stesse dinamiche di oggi, solo con diversi tempi e nuove tecnologie. Vorrei porre all’attenzione dei gentili lettori, un fenomeno che sta letteralmente caratterizzando la nostra epoca, ossia quello del cosiddetto “hikikomori”, che nella meravigliosa lingua giapponese, significa appunto, “isolarsi, stare in disparte”. Questo termine viene oggi menzionato da molti studi poiché rappresenta un triste fenomeno, ovvero quello del ritiro dei nostri adolescenti, ma anche tardo/adolescenti, dalla vita reale, confinati sempre più tra le quattro pareti della propria stanzetta, alle prese con vari aggeggi elettronici: pc, console
Chi non ha mai incontrato un vampiro emozionale ? Ma cosa sono in realtà? I vampiri emozionali sono persone cariche di negatività, che si alimentano della nostra energia e buon umore. Solitamente sono cordiali, gentili, affascinanti e molto carismatici. Ma qualcosa a un certo punto non va. Perché la loro autostima è alimentata dalla capacità di manipolare e svalutare gli altri. La maggior parte di queste persone si trascina dietro un egoismo molto simile a quello dei bambini (capricci e insoddisfazione, volere tutto e subito), per cui i loro bisogni diventano l’unica cosa importante. Non valorizzano lo sforzo né l’appoggio e l’affetto altrui, non ammettono i loro limiti né i loro errori. Egoisti, sì. Di solito utilizzano le informazioni che raccolgono su di noi per intralciare i nostri progetti, le nostre idee. Non rispettano nessuna regola e all’inizio potrebbero comportarsi come dei colleghi ideali e grandi lavoratori, finché i nostri bisogni non coincideranno con i l
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