"Cosa meravigliosa il laboratorio teatrale! Ancora mi emoziono al pensiero di quelle ore di quei giorni passati a creare, a improvvisare, a scoprire me stesso e gli altri. La magia del teatro la libertà di essere, la gioia di condividere. Grazie a tutti i compagni di avventura e alla nostra fantastica insegnante, per averci regalato un'esperienza indimenticabile" , afferma felice Oreste. La collaborazione tra il centro di solidarietà il delfino, le associazioni dei Cub Alcologicii territoriali e la Q-art, teatro e non solo, ha portato alla realizzazione di un laboratorio teatrale della durata di nove mesi e alla successiva messa in scena di uno spettacolo teatrale “Quella di fuori” per la regia di Ada Di Leone, frutto del materiale emerso nel corso dei laboratori. C’è un momento, durante lo spettacolo, in cui il confine tra realtà e rappresentazione si assottiglia fino quasi a scomparire. Gli attori non interpretano soltanto u...
di Giuseppe Mammana, presidente Associazione italiana per le cure delle dipendenze patologiche (Acudipa) C'è silenzio assordante sulle dipendenze. La cocaina è leader, l’eroina è ricomparsa, un mare di cannabis è consumata ogni giorno e aumentano i trattamenti psichiatrici e le violenze collegate a cannabis e cocaina. Il Dpr 309/90 fa la prevenzione nelle scuole attraverso i Cic (Centri di informazione e consulenza), ma da 10 anni non hanno avuto più risorse. I Serd, pieni di utenza cronica, non sono adatti per i giovani e l’enorme sommerso, e danno assistenza ambulatoriale che incide poco sullo stile di vita. Le strutture diurne e residenziali lo modificano più facilmente, ma occorre l’autorizzazione dei Serd, che spesso ostacolano la scelta. Il conflitto di interesse di chi eroga cure e controlla contemporaneamente la spesa, ha ricadute sulla qualità delle cure. Bisognerebbe affiancare alle cure e alla riabilitazione una formazione professionale e un’inc...
di Giusy Schipani, Cristina Ciambrone, Maria Sprizzirri “Credo di aver fatto una cosa bellissima, ho incontrato il dottore a cui ho fatto la rapina due anni fa, mi sono presentato, lui mi ha riconosciuto e gli ho chiesto scusa, gli ho detto che mi dispiace ma non ero in me e gli ho offerto un caffè. Lui mi ha stretto la mano. Una sensazione bellissima. La mediazione! Adesso ho davvero pagato il mio debito.” Questo articolo si apre mettendo in risalto le parole di un utente, il quale dopo aver pagato il suo debito con la giustizia, perdurava in lui quello più grande: la pace interiore. Sentiva che qualcosa in lui mancava, c’era ancora un tassello da mettere apposto in quello che era il mosaico della sua libertà. Tutto ciò di cui aveva bisogno era di chiedere scusa alla persona che qualche anno prima era stata sua vittima. Solamente dopo aver ricevuto il perdono tanto atteso, ha sentito di aver pagato anche il suo debito emotivo. Quanto detto rappresenta ap...
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