Diario cinico, le variabili improvvise e improbabili dell'Eden
di Andrea Bruzzi
Diario cinico è una nuova rubrica in cui si cerca di sdrammatizzare, attraverso la parodia, il racconto stile ragionier Fantozzi, tutta una serie di situazioni che avvengono in comunità. Con questa rubrica ci poniamo il difficile, ma importante obiettivo di strappare un sorriso a chi ci legge.
Le attività interne della Comunità, sono soggette a variabili
improvvise ed eventi di natura varia: dal paranormale all’episodio isolato.
Detto questo, ogni secondo della vita in Comunità va incastrato nel delicato
ecosistema interno, che spesso offre un contesto pacato, sereno e piacevole.
Nella maggior parte dei casi, però, l’operatore che si appresta ad effettuare un
turno di lavoro ha un approccio al turno lavorativo molto zen. La nottata che
precede il turno lavorativo è caratterizzata da insonnia mista a spasmi e
dolori pre-parto. Non sono da escludere regressioni primitive caratterizzate da
ululati liberatori e atti di vandalismo domestico nei confronti di frigo e
dispense. Sovente possono verificarsi apparizioni mistiche e sorprendenti
incursioni linguistiche nel greco arcaico. Sudore, tremori e perdita di
orientamento caratterizzano le prime luci dell’alba. È così, infatti, che nel
mese di dicembre mi presentai ingenuamente a casa di una signora di 87 anni nei
pressi di Benevento, convincendola a consegnare tutti i soldi e le carte
prepagate come si suole fare agli utenti in ingresso. Solo quando la signora
sciolse i cani, mi resi conto che qualcosa non andava. Avevo, appunto, perso
l’orientamento di poco…
Quando si entra in Comunità, un utente, spontaneamente collocato
nella postazione di battaglia denominata “il punto”(un rudimentale seggiolone
dal quale si ha la visuale migliore per setacciare entrate ed uscite in Comunità),
inizia ad annotare tutti i movimenti relativi alla Struttura. Va detto che
spesso, mancando la volontà a prendersi il fardello di codesto “settore”(la Comunità ha diversi settori, ovvero ambiti di lavoro interno a cura di un singolo utente
sfortunato), i gentili operatori utilizzano i tarocchi ed il voodoo per
selezionare il malcapitato. Le scuse addotte dal malcapitato utente variano
dalla richiesta spudorata di pietà, al certificato medico, all’esenzione.
Spesso, alcuni utenti hanno sottolineato infermità agli arti e grosse carenze
di carattere intuitivo. Le attività interne della struttura sono altresì caratterizzate dal clou, inteso per impegno e spinta motivazionale, che è
rappresentato dall’esecuzione dei tremendi “Settori”: opere pubbliche di natura
interna, con spartizione di pena(compito), finalizzate alla pulizia degli spazi
comuni(…mica della Sa.Rc).
Ogni mattina il temuto elenco di compiti attribuiti
agli utenti desta preoccupazione e vivo terrore: comprendiamo che è difficile
ed emotivamente distruttivo separarsi dal cuscino e dai divani per 34 secondi
di impegno. Non voglio essere troppo cattivo e critico, infatti spesso si
toccano i 40 secondi. Pane al pane, vino al vino… (anzi lasciamo stare…)
Utenti stremati e traumatizzati, dopo i settori, vengono
risucchiati dai deprimentissimi gruppi di auto aiuto, nei quali emergono le
problematiche principali e i malesseri interni: mancanza di wi.fi libero, poche
postazioni per scommesse online, pochi mesi di ferie, stipendio inadeguato e la
mancanza di una SPA. Parallelamente a queste attività, esistono delle realtà
–appunto- parallele, dei mondi sommersi diciamo, abitati da individui schivi,
timidi e riservati. Essi sono il motore pulsante della Comunità, perché detengono lo
scettro del comando e possono, a loro piacimento, decidere le sorti della casa.
Il primo “non luogo”è rappresentato dal settore pulizie, temuto deposito di
detersivi e scope-inutilizzate-. In esso si annidano i segreti della Comunità, le
pareti trasudano misteri, voci, dettagli e racconti. A volte anche acqua, ma
questa è una storia diversa. L’abitante del settore pulizie è un timido ometto
di corporatura esile, dalla voce stridente e dall’aggressività di un licaone.
Spesso, quando è in pericolo, si rifugia nella grotta, ed esce dopo settimane,
incappucciato e polemico.
In fondo, molto in fondo, tutti gli vogliono bene.
Qualcuno vorrebbe anche accettarlo così come è, ma non ho mai capito in che
senso. La seconda aspirazione dei residenti è costituita dall’occupazione
abusiva del settore “cucina”, vero e proprio crocevia della Comunità. Voglio sottolineare
che essa è una locanda abitata da una Nonna con molti nipoti adottivi, ma che
la stessa è solo una volontaria e che in realtà i locandieri sono 2, assortiti
per caso, che a giorni alterni manifestano contentezza per il compito
assegnato, e maledizioni agli operatori per la rogna data loro. La locanda è
aperta h24, nonostante la Nonna provi a colpire con le vecchie ciabatte chi,
giustamente, vorrebbe mangiare del caviale alle 3:00 di notte.
Altri strumenti
di tortura sono rappresentati dal settore “esterno”, ovvero assistenza ai cani
partorienti, mutazioni genetiche delle oche e raccolta di rarissimi cumuli di
spazzatura. Oltre a questo, esiste un settore lavanderia, generalmente affidato
a fantasmi o spettri residenti in Comunità, collocato in un punto X della struttura,
dove pare si trovi anche il tesoro di Alarico. Per il momento è tutto, anche
perché sono chiuso in stanza e da fuori bussano alla porta minacciandomi, e non
ho vie di fuga.
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