Oltre la sostanza, l'essenza: la nostra identità, una sfumatura a tinta unita
di Katya Maugeri
L’uomo intraprende la ricerca della propria identità sin dall’infanzia, durante
gli incontri con altri, attraverso il confronto, formando così ciò che
caratterizza ciascuno di noi come singolo individuo, rendendolo unico. In un periodo storico come il nostro, dove non vi sono più certezze politiche,
economiche, ideologiche, l’uomo perde la capacità di credere in qualcosa di
concreto, che sia capace di incoraggiarlo, stimolarlo a spingersi oltre le sue
paure; non comprende più i suoi reali bisogni, non stabilisce più le sue
priorità, né le ambizioni.
L’uomo ha perso la sua identità.
Ecco che la sua ricerca
ricade tra le scelte che l’attuale società fornisce, rendendolo sempre più
confuso e lontano dalle proprie iniziative, poiché il dramma dell’uomo moderno,
che sembra a tratti aver perso la bussola alla quale affidarsi, è l'aver
dimenticato le basi sulle quali costruire sogni e progetti concreti,
dirigendosi sempre più - a volte senza rendersene conto - verso direzioni
sbagliate, ben lontane da se stesso. La sete del successo e del potere, hanno reso l’uomo sempre più avido, lontano
da ambizioni costruttive, distante dalla voglia di “migliorarsi” e sempre più
assetato dalla voglia di “comandare”, “avere potere”, oggi la società ha
capovolto l’aspettativa di coloro che aspiravano ai semplici e umili valori,
mettendo in piazza dinamiche più pericolose.
L’uomo moderno, infatti, è sempre più ciò che ha e sempre meno ciò che
realmente è.
Vive passivamente le sue
giornate unendosi a rituali non propri, ad abitudini lontane dalla propria
personalità, ma non può tirarsi indietro, c’è in ballo la sua reputazione,
l’idea che gli altri si faranno di lui in base alle scelte che farà. Ecco che
la nostra identità, persa, chissà in quale via, è sostituita da una copia
assolutamente non coerente all’originale, costruita da altri, da gente che
nemmeno conosciamo, da luoghi comuni, da fonti assolutamente inaffidabili.
È inevitabile domandarsi cosa spinga un individuo a rifiutare la propria
individualità, rimanendo così estraneo nella realtà in cui vive, perdendo così
la consapevolezza della propria esistenza, permettendo ad altri di costruire,
modificare, la propria essenza. L’identità ci
distingue. È una sfumatura sublime creata con i colori
stabiliti da noi, non possiamo certo permetterci di consegnare, ad altri, la
tavolozza con i colori che durante il nostro percorso abbiamo scelto con cura. Non dobbiamo permettere di contaminarne la purezza solo
per sentirci meno soli. Perché forse è questo ciò che fa perdere la nostra identità, la paura di
confrontarci con identità diverse da noi, e non essere accettati per quello che
realmente siamo, per quello a cui crediamo. L’identità è un valore
inestimabile, che nessuna insicurezza causata da una società priva di stimoli,
povera d’animo, potrà modificare totalmente; bisognerebbe tutelarla, guardando
altrove, cercando di difenderla da fattori esterni e valorizzarne ogni
dettaglio.
Guardiamo oltre questi muri grigi e omologati, per
non limitare la nostra prospettiva, per non mettere in pericolo la nostra
identità, occorre fondersi con tutto e tutti pur mantenendo il nostro colore autentico,
continuare ad esistere in maniera autentica, camminare percorrendo la stessa
via, ma con il proprio bagaglio.

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