Quella luce chiamata creatività




di Katya Maugeri

Vi capita di sentire l'esigenza di manifestare il vostro stato d'animo in maniera diversa, personale, attraverso qualcosa che parli di voi? Dare vita a un sentimento, una riflessione, un progetto con creatività? È la voglia di vivere che pulsa e chiede di manifestarsi nel modo più intimo ed esplosivo.

Facendo un passo indietro, riscontriamo che i più importanti cambiamenti, le innovazioni che hanno segnato il progresso della nostra civiltà, sono stati conseguiti da persone che si sono discostate dalla massa credendo nelle proprie intuizioni, alla propria originalità. La parola “creatività”, come espressione dell’uomo, come modo particolare di pensare entra a far parte nel lessico italiano solo negli anni cinquanta poiché “creare”, è stato a lungo un atto riconosciuto come divino, Leonardo, Dante, Michelangelo, non avrebbero mai definito se stessi dei creativi. Consultando il dizionario, inoltre, troviamo la seguente definizione, creatività: ”capacità inventiva, fantasia, estro”, Henri Poincarè la dichiarò: “La creatività nasce dall’accostamento inusuale di elementi disparati, che avviene a livello dell’inconscio e porta a un risultato utile”. Poincarè, inoltre, sosteneva che la forza creatrice si manifesta attraverso un lungo lavoro inconscio rivelandosi, in seguito, mediante improvvise intuizioni.

La creatività divenne così uno stile di pensiero capace di esprimersi in svariati campi avendo sempre un denominatore comune: la nascita di idee, concetti nuovi, invenzioni, risultati originali. Il creativo divenne colui che, svincolandosi dai condizionamenti acquisiti, rischiava mettendosi in gioco, credendo nelle proprie potenzialità e riponendo fiducia nella propria immaginazione, che non era più un concetto astratto ma il mezzo mediante il quale le idee prendevano forma. La creatività è una caratteristica insita nella natura dell'uomo, è la sorgente dell’energia che lo alimenta, fonte della propria libertà d’espressione, origine di pensieri che, l’inconscio tende a custodire. La creatività è indubbiamente la risorsa umana più importante, dalla quale otteniamo – alimentandolo – un valore inestimabile: la nostra libertà! Il creativo si immerge nella propria immaginazione, attingendo dall'unicità la propria forma d’arte. Nel momento in cui si crea, si consolida la propria individualità, attraverso la conoscenza di sé, accettando sfumature e sfaccettature della nostra personalità superando i confini – spesso rigidi – delle regole sociali che tendono a sottrarre all’uomo le sue potenzialità creative, trasformandolo in un oggetto “comune”, annientando persino l’entusiasmo. Tutti siamo in grado di creare bellezza, tutti in maniera diversa. Vivere la propria creatività, oggi, come espressione del proprio essere, è un traguardo da raggiungere attraverso un modo indipendente di pensare, utilizzando la vivacità del pensiero, una accentuata originalità, capace di rompere gli schemi imposti da protocolli sociali e accademici cercando di lasciarsi stupire dall’imprevedibile, imparando ad ammirare la realtà da una prospettiva autonoma, utilizzando la propria luce, che diventerà idea, ispirazione, creazione.

"Per artisti - scrisse Hermann Hesse - intendo tutti coloro che provano il bisogno e la necessità di sentirsi vivere e crescere".

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