Un mondo nel mondo
di Carmine Q.
Non ci avrei mai scommesso un
solo centesimo, che nella mia vita avrei fatto l'esperienza carceraria. 
Pur vivendo in una città come
Reggio Calabria, dove non hai una famiglia ben solida alle spalle e dei
principi sani, ci metti ben poco da ragazzino a imboccare la via sbagliata e
restarci per il resto dei tuo giorni, con tutte le conseguenze del carcere.
Senza nessuna vergogna, per tanto tempo mi sono nascosto dietro il dito. Facevo
uso di cocaina, il passato prossimo è un augurio. I soldi non bastavano Mai,
per tanto tempo ho svenduto le cose più care che possedevo, ogni tipo di
attrezzatura da pesca, la mia grande passione fin da bambino. 
Un giorno, precisamente il 6 settembre del 2018, non dimenticherò mai questa data, in condizioni mentali azzerati ho
fatto una rapina in un supermercato. 
Ben presto la polizia ha bussato alla
porta, dopo le formalità di rito al commissariato un agente mi comunica che da
lì a poco sarei stato trasferito in carcere. In un solo attimo sbollì Tutta la
sostanza che avevo in corpo prendendo coscienza di quanto di grave avevo
commesso. Cominciai a tremare come una foglia d'autunno. La notte era calata
sulla città, dentro di me era buio pesto, arrivammo davanti i cancelli del
carcere e in quel momento avrei preferito morire. Dopo la perquisizione un
agente penitenziario mi accompagnò nella cella dove che mi era stata assegnata.
Mi trovai davanti sei persone, naturalmente mi presentai subito. Ricordo che
chiesi subito di poter fare una doccia e mi misero a disposizione shampoo e
bagnoschiuma. 
Uscito dalla doccia, trovai il
mio letto preparato e ringraziai. Stavo già meglio, capì che quelle persone
in fondo così cattive non erano. La notte non fu lunga, di più, quando aprì gli
occhi erano già le dieci del mattino, dei miei compagni non c'era più traccia,
erano tutti in cortile, più comunemente chiamata area. Noto subito che accanto al mio letto vi era della biancheria intima, scarpe comprese tutte rigorosamente
nuove e una stecca di sigarette. 
Da li a poco i ragazzi
tornavano anche se poi tutti ragazzi non erano, chiesi subito di quel vestiario
e mi rispose che mi fecero un pensiero persone di mia conoscenza, non mi
sentivo più solo, non ero più solo. Il pomeriggio uscì anch'io all'area e
ricordo ancora che tutte le persone in maniera ordinata e con voce bassa si
avvicinarono per dimostrarmi la loro vicinanza. Arriva la mia prima domenica da
detenuto ore dieci Santa Messa, rimasi sbalordito il salone che veniva adibito
a Chiesa straboccava di persone, questa gente ha affidato tutto alla fede, il
silenzio era davvero surreale. 
In quattro mesi di detenzione
ho fatto tante nuove amicizie, tanti sono stati i consigli che mi sono stati
dati da persone più grandi e con un bagaglio di esperienza di vita non
indifferente. Quando mi comunicarono che la mia esperienza arrivò al termine
salutai uno ad uno tutti i 150 detenuti della mia sezione. Non so quanto ho
pianto nello staccarmi da solo li volevo portare tutti con me, persone che come
me hanno sbagliato ma che in quattro mi hanno insegnato più di quanto tante
persone fuori non hanno fatto dove indifferenza mediocrità e cattiveria
regnano. Sono fiero di aver condiviso anche se per poco tempo quel mondo nel
mondo.

 
 
 
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