L'arte che guarisce l'anima



di Katya Maugeri

Liberarsi da pensieri opprimenti, sofferenze e angosce, ricostruire il proprio Io, ritrovando l’interezza della propria personalità: attraverso l'arte è possibile. Che l’arte abbia un valore terapeutico è risaputo, tanto che sin da tempi remoti, la storia delle arti creative era legata con quella della salute mentale. Secondo la  psicoanalista Margaret Naumburg, infatti: Il processo dell’ arte terapia si basa sul riconoscere che i sentimenti e i pensieri più profondi dell’uomo, derivati dall’inconscio, raggiungono l’espressione di immagini, piuttosto che di parole". "Mi piace vedere quella scintilla nei loro occhi, lo sguardo di chi non conosce la tecnica ma sperimenta il semplice accostamento di colori", ci racconta il maestro d'arte Ferdinando Gatto, che presso la residenza psichiatrica "Lucia Mannella", al centro il Delfino, un po' come gli alchimisti insegna ai pazienti quanto sia speciale, attraverso l'arte, ricreare una propria realtà.


"Nasce qualcosa di magico - continua Ferdinando Gatto -  l'arte è un po' come l'alchimia, mischiare delle cose primarie per poi ottenere altre cose, con i colori, con l'argilla. Li lascio liberi, senza guidarli - nel loro spazio incontaminato - hanno creato delle opere (maschere, per esempio) espressive, semplici e dirette. L'arte, negli ultimi tempi, è sottovalutata un po' dappertutto, anche nelle scuole, è diventata come un'ora buca, nella quale occuparsi di altro. Ed anche nella vita quotidiana: un tempo, la scultura, un'opera d'arte erano qualcosa di complesso, era una espressione forte, oggi invece è un oggetto che serve a riempire spazi vuoti. 
Ma in una comunità di recupero diventa importante perché è espressione pura, importante, di impatto, perché unico mezzo per far mettere su "carta" i sentimenti, i desideri, le paure, i sogni. Attraverso l'arte riusciamo ad esportare quello che custodiamo nel nostro io più profondo.

Quel momento in cui sono dedicati all'arte diventa unico e prezioso, allontanano le abitudini che sembrano non dividere i giorni, un attimo di libertà tutto loro nel quale creare qualcosa che abbia la loro impronta. "Alcuni, davanti a quella libertà - creare senza manuali né suggerimenti - hanno paura, ma io sono lì anche per allontanare da loro quella sensazione e insegnarli che possono osare, senza timore. Con loro, ho cercato di avere in questi anni un approccio abbastanza amichevole, ludico, umano, con alcuni di loro sono riuscito a trasmettere tecniche in modo spontaneo. 
Lavoriamo insieme, trascorriamo insieme del tempo in modo creativo senza l'ansia del giudizio, allontanandoci dai canoni riportati nelle loro giornate tipo. Per loro è importante realizzare opere, semplici, come le maschere a carnevale, il presepe o gli addobbi a Natale: li riportano nel tempo comune, in quella realtà comune.


Ma Ferdinando non insegna loro solo la magia dei colori, li porta in Paese e passeggia all'aria aperta, la gente si ferma a parlare con loro senza alcun pregiudizio. 
"L'arte è uno strumento molto importante anche per coloro che reduci di sbagli scelgono di abbandonare il passato e ricostruire un futuro, bisognerebbe rivalutare i mestieri umili e ripartire dalle cose semplici", fare un passo indietro, quindi, per ritrovarsi mille passi avanti. Perché l'arte rivela la parte più intima dell'essere umano e ne cura il cuore.

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