"C'è mia nonna su Facebook", l'evoluzione della tecnologia. Sempre più giovani sono online: serve prevenzione al cyberbullismo


di Katya Maugeri

Uno degli argomenti più frequenti legato alla cronaca è il cyberbullismo, che rappresenta sempre di più una minaccia sociale. Ma di cosa si tratta realmente? Il cyberbullismo, si manifesta con l’atteggiamento tipico degli atti di bullismo quindi con azioni vessatorie, facendo leva sulla debolezza della vittima. Bullismo, che viene chiaramente amplificato e agevolato dai mezzi tecnologici. Sono comportamenti violenti esercitati in rete. Una emergenza che necessita di una corretta informazione, prevenzione, allontanando timori, vergogna e omertà, attraverso convegni nelle scuole, e documenti che possano diffondere le giuste informazioni per combattere questa dannosa realtà. 
La criminologa Monica Capizzano, nel suo "C'è mia nonna su Facebook" affronta queste tematiche attraverso un parallelismo di epoche e di tradizioni che la tecnologia ha oscurato, mettendo in luce i disagi di un'epoca sì, social, ma sempre più lontana dall'essere umano. Il libro verrà presentato l'11 aprile alle ore 16.00 presso la comunità Eden del Centro di solidarietà Il Delfino, un evento organizzato dall'associazione Brutia Libera. A leggere dei brani estratti dal libro, Carla Curcio, la presidente Anna Canè, l'artista Rita Mantuano e l'autrice.

Affrontare la realtà 2.0, quella virtuale, la realtà che prende ogni giorno di più il sopravvento. Che imprigiona e spesso condiziona moltissimi giovani. Affrontarla con simpatia e consapevolezza. "C'è mia nonna su Facebook" è un manuale prezioso, quanta informazione manca sulle tematiche diventate emergenze come il cyberbullismo?

«Le tematiche sociali, come il cyberbullismo, vengono nascoste come la polvere sotto i tappeti; sottaciute, pensando che il silenzio sia l'unico modo per stemperarne la gravità. Poi, nella realtà, quella dei giovani che la vivono e l'affrontano, tutto questo è come un pugno nello stomaco a ogni ora. Il dato più allarmante è quello che riguarda l'indifferenza/ignoranza dei genitori sul mondo dei loro figli. Spesso genitori "Peter Pan", sono più attenti a diventare loro amici piuttosto che voci autorevoli dalle quali ricevere punizioni e amore. E poi, manca la conoscenza base dei social network, di quello che si cela dietro la rete e di cosa siano capaci di fare, oggi - i nostri figli - con uno Smartphone. Demandiamo a un aggeggio elettronico la funzione educativa, sperando che possa rispondere a tutte le domande alle quali non sappiamo rispondere, sperando gli facciano "compagnia", sperando che, a fine giornata, non ci raccontino nulla che non saremmo in grado di affrontare».

Sempre più i casi di il bullismo e cyberbullismo, pericoli in rete che spesso vengono sottovalutati. Quali sono gli atteggiamenti che manifestano un pericolo in corso?

«Il bambino o l'adolescente manifestano chiaramente i segni di un disagio interiore. Sia attraverso il linguaggio verbale, sia attraverso il loro corpo. Demotivati, irrascibili, con difficoltà a dormire, stanchi. Chiusi nel loro mondo, curvi su quello schermo che non si spegne mai, occhi bassi, sguardo perso. Cercano di isolarsi sempre più, dalla famiglia e poi dalla cerchia di amici, chiusi in una cameretta dentro la quale il silenzio è assordante. Impossibile non vedere tutto questo, ma possibile ignorarlo».

Il tuo libro è un viaggio affascinante che ripercorre epoche lontane, una nonna che racconta ai giovani cos'era l'amore, il corteggiamento, momenti che oggi i giovani vivono in maniera mordi e fuggi.

«Questo libro è il mio primo romanzo. È una chiacchierata con mia Nonna Iolanda Mafalda Maria, ma per tutti soltanto Iolanda. Ha compiuto 100anni ad agosto dell' 2018 e voleva sapere cosa fosse la criminologia e tutto quello di cui mi occupo da anni, cioè la prevenzione. Mia Nonna terrà incollati a queste pagine i giovanissimi, gli adolescenti, gli adulti e i suoi coetanei. Lo farà con la semplicità di una Donna di altri tempi, che parla il dialetto calabrese e che ama profondamente sua nipote. Per questo, ha deciso di rivolgersi direttamente ai suoi lettori facendogli assaporare qualcosa, come l'amore dei suoi tempi, che sembra così lontano da loro ma così desiderato. Dalle emoticon ai messaggi Whatsapp, farà rimpiangere le lettere d'amore anche a chi non le ha mai conosciute».

La tecnologia si è evoluta troppo velocemente?  Qual è la linea che separa l’uso dall’abuso della tecnologia?

«Il fatto è che il tempo che scorre sembra essere sempre più veloce, e pure, gli anni, i mesi, i giorni, sono sempre gli stessi. Vogliamo più tempo perché non riusciamo a gestire quello che abbiamo. E la tecnologia si è evoluta allo stesso modo in cui si è evoluta qualsiasi altra innovazione. Fa parte del nostro vivere quotidiano, non sapremmo gestire nemmeno il frigo di casa senza, quindi, indispensabile. Abbiamo ancorato a essa la nostra sopravvivenza, per questo sembra che corra più veloce di noi. L'utilizzo eccessivo degli smartphone così come dei PC si può evitare: stabilire delle ore, per i più piccoli, solo nel fine settimana e con a fianco un adulto; accesso a internet limitato e controllato; no cellulari "alla moda" e super costosi; via i cellulari quando la famiglia si riunisce per pranzare e cenare; di notte, soprattutto di notte, si spegne il pc e lo smartphone».

Tua nonna, se potesse, credi sceglierebbe ugualmente di vivere in quel suo mondo lontano dal 2.0?

«Certo che lo farebbe, me lo ha confermato. Una donna che è nata sul finire della Prima Guerra Mondiale e che ha vissuto la Seconda come nessuno, oggi, riuscirebbe a fare. Credeva di aver visto tutto, ma il bullismo e cyberbullismo l'hanno toccata profondamente».

Cosa manca ai giovani di oggi?

«A loro non manca nulla, soltanto qualcuno che li abbracci, li ascolti, li aiuti. Proprio in quest'ordine. Hanno bisogno del rimprovero, della carezza, del "ti voglio bene" e del "sei in punizione". Presenza, non indifferenza, non lasciar perdere. Loro non vogliono esser lasciati perdere, anche quando gridano "ti odio". Loro vogliono essere figli».


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