Chi era mia madre
di Angelo N.
Un angelo mandato da Dio. Mia madre era molto apprensiva e
già da piccolo quando la guardavo lei già capiva cosa volevo, allora allungava
le sue tenere braccia e io correvo subito da lei abbracciandola e a
sbaciucchiarla tutta. Mia madre era forte e coraggiosa, lavoratrice e trovava
la forza di ricevere abbracci e baci di sei figli.  Ricordo che quando il
furgone che lasciava mia madre e mia zia, io capivo e correvo subito per essere
accolto dalle sue braccia forti. 
Il cinque maggio si sta avvicinando, ma più
passa il tempo e più mi manca, anche la sua rabbia quando facevo qualcosa di
sbagliato o la preoccupazione di quando tornavo al mattino presto, lei mi
aspettava con la luce accesa, segno della sua preoccupazione. Nel mese di
maggio gli portavo il giglio bianco in chiesa. Ricordo anche quando feci la
prima comunione e per farci contenti a tutti i figli, adornava la tavola con
dolci fatti in casa, soprattutto con il “collaccio” di Pasqua. 
Ogni anno, fino
a quando non si è ammalata, lei preparava sempre dolci fatti in casa e noi
tutti contenti li mangiavamo a colazione. C'è un vecchio detto che dice che una
madre fa per cento figli, ma cento figli non fanno per una madre. Ora non c’è
più in questo mondo ma so che da lassù  lei ci guarda.
(in foto "La Maternità" di Gaetano Previati)

 
 
 
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