L'effetto secondario dei sogni: tra solitudini e parole in penombra
di Katya Maugeri
«Adesso so che la violenza è anche nel silenzio e qualche
volta è invisibile a occhio nudo. La violenza è il tempo che risana le ferite,
la sequenza irriducibile dei giorni, l'impossibile ritorno indietro. La
violenza è quello che ci sfugge, che tace, che non si manifesta, la violenza è
ciò che non ha spiegazione, che resterà opaco per sempre».
Parigi. Una stazione - Gare d'Austerlitz -, un rifugio, una
prospettiva diversa dalla quale ammirare nuove realtà da conoscere e dalle
quali lasciarsi catturare. Per evadere, scappare. Salvarsi.
“Lou e No” è il titolo originale del romanzo “L’effetto
secondario dei sogni” della scrittrice francese Delphine de Vigan.
Con questo romanzo l’autrice ci accompagna all’interno di una dimensione
difficile, tortuosa e toccante, delineato da temi trattati abilmente con
delicatezza e intensità, conquistando il lettore dalle prime pagine.
Solitudini, adolescenza, violenza, emarginazione.
Lou, una ragazzina di tredici anni dotata di un'intelligenza
straordinaria frequenta un liceo parigino due classi più avanti, differenza
d’età che segna un netto confine con i suoi compagni di classe, vivendo un
profondo senso di estraneità e di solitudine. Una famiglia segnata da un
episodio terrificante che delinea il confine tra lei e la lucidità della madre,
sprofondata nella depressione. Solo un compagno è attratto da lei e dalle sue
capacità, Lucas. Per fuggire dalla monotonia, la protagonista si reca, ogni
giorno, alla stazione ferroviaria per osservare le emozioni dei passanti, ne
legge sul viso le perplessità, gli stati d’animo gioiosi, riesce a entrare in
sintonia con quel mondo esterno che non conosce nulla della sua dimensione
emotiva. A cambiare la vita di Lou, e ancora di più il suo rapporto con i
genitori, sarà la conoscenza con una ragazza di strada. Nolwenn, con un passato
difficile, una senzatetto. È in mezzo alla folla della stazione che
le due fanno amicizia e intersecano le loro solitudini.
I personaggi sembrano delle ombre che durante la lettura
diventano, gradualmente delle presenze forti e impetuose. Si rimane affascinati
dalle riflessioni dure e d’impatto della protagonista, che analizza con
lucidità la realtà che la circonda e per farlo trova un ordine predefinito
nello studio della grammatica. È ' attraverso questa perfezione delle parole e
delle regole che gli elementi occulti della realtà si uniscono, a far crescere
in Lou questa grande passione per la materia è il suo professore di francese -
il severo Marin -, comprenderà che il senso della realtà ci riporta al vero
vivere. Le insegna che il mondo è più forte di noi e la realtà ha sempre
l'ultima parola.
In un passo straordinario, la protagonista descrive la
violenza. In modo lucido e diretto analizza il male che può fare il silenzio.
Non sono solo le urla o l'aggressività a dar vita alla violenza, ma proprio il
silenzio, inteso come indifferenza. Violenza è anche quello che non si
manifesta, che tace, che resta indefinito, tutto ciò che portiamo dentro con la
banale scusa di tutelare la nostra emotività. Lou cerca di cambiare ciò che non
va, proprio come fanno gli utopici e i sognatori, non si limita solo a
immaginare delle soluzioni, lei cerca di salvare No dal suo destino, lotta in
tutti i modi e contro tutti per questo. Un libro bellissimo, un viaggio all’interno
di silenzi e grandi prese di coscienza e un grande turbinio di emozioni, quelle
prime emozioni che lasciano il segno nel cuore dei ragazzi, che pur conoscendo
la dura realtà non smettono di sperare. E l’amore, un bacio, è pur sempre un
inizio.
L'autrice intreccia abilmente storie di adulti e storie di
adolescenti, ritraendo famiglie spezzate, traumi irrisolti, una lettura ricca
di analisi psicologiche, sociologiche e filosofiche, una lettura amara e
dolorosa ma vera, un libro di estrema bellezza interiore.
Una storia che, in penombra, lascia spazio alla speranza, ma
che delinea fortemente il muro che costruiamo, inevitabilmente per difenderci e
dimostra, attraverso la dura realtà, di come non si può salvare chi non vuole
essere salvato. Ma due solitudini intrecciate possono produrre quella luce
necessaria per illuminare un cammino che, sebbene in penombra, conduce verso i
sogni e il loro effetto è disarmante.
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