L’indagatore dell’incubo tra fumetto e realtà



di Salvatore Monaco


Sono passati trentatré anni esatti dall’uscita del primo numero in Italia del fumetto Dylan Dog,  creato dallo scrittore Tiziano Sclavi. Un successo impensabile e imprevedibile quello “dell’indagatore dell’incubo”, che ha visto tanti giovani, me compreso in quel lontano settembre del 1986, avvicinarsi ed appassionarsi sempre più  al mondo del fumetto horror.  
Non era facile superare nelle vendite mostri sacri del fumetto come Tex, Zagor e tanti altri ancora, ma ben presto Dylan Dog è diventato la punta di diamante della Sergio Bonelli Editore. Molti sono stati gli autori che hanno collaborato con Sclavi nella creazione di tante storie memorabili per gli appassionati di questo genere fumettistico. Non tutti sanno che  il nome di Dylan Dog avrebbe dovuto essere all’inizio Francesco Dellamorte  eroe protagonista del romanzo di Tiziano Sclavi “Dellamorte Dellamore”, con il suo assistente Gnaghi. Ma si optò per l’attuale nome con le storie  ambientate a Londra , in Craven Road n 7, insieme  all’inseparabile e assurdo assistente Groucho, dispensatore inesauribile di barzellette e freddure e al commissario Bloch, personaggio molto legato affettivamente a Dylan come un padre. Ho collezionato tantissimi numeri dell’indagatore dell’incubo, andavo a Roma, ai tempi dell’università,  ai chioschi che vendevano fumetti di seconda mano per trovare il numero  mancante, quello inedito da collezionare al posto delle ristampe o seconde ristampe che si trovavano in edicola. Volevo il numero originale, quello che odorava di vecchio, di muffa di scantinato e che il venditore del chioschetto ti faceva pagare più di quello nuovo e profumato di inchiostro fresco ma privi dello stesso fascino. 
Ma il bello era proprio questo, la lista da spuntare ogni qual volta riuscivo a beccare il numero tanto agognato, desiderato. Guai a chi si avvicinava ai miei “figlioli” li consideravo così, da proteggere e custodire gelosamente. Questo eroe, anzi, antieroe per certi aspetti, che si accontenta di una parcella di lavoro bassa, con un abbigliamento casual a cui poco importa delle apparenze,  del suo look,  alto e magro,  ex agente investigativo con  un passato da alcolista, indagatore di casi inspiegabili e assurdi , mi ha conquistato totalmente, rivedendomi in lui in tante cose.  Dalla passione per la musica e per  il modellismo, dall’amore per gli animali e alla lotta contro ogni forma di violenza.  Per il lavoro che ho scelto di fare nella mia vita, ossia quello dello psicoterapeuta, mi sono trovato spesso ad affrontare situazioni molto vicine all’incubo. 
Non pensavo nel mondo esistesse tanto dolore e sofferenza, scoprivo mostri di ogni sorta e licantropi in molte situazioni che affrontavo, dalle terapie con  pazienti privati,  al lavoro psicoterapico nel campo della tossicodipendenza. I vampiri,  “di energia” esistevano davvero. Storie di maltrattamenti, di  abusi, di pura  cattiveria,  erano racchiuse in tante ore di colloqui clinici. Ho iniziato così a sentirmi una sorta di indagatore dell’incubo, navigando nei meandri della psiche umana. Ho iniziato ad utilizzare le immagini di Dylan come profilo sui social o sul cellulare  Più che le rivisitazioni dei classici mostri dell’immaginario orrorifico, come zombi, mummie e streghe, hanno finito per affascinarmi soprattutto le suggestioni metafisiche e oniriche inserite nella gran parte delle storie di Dylan Dog, così come  mi hanno conquistato i vari intrecci thrilling in cui il nostro eroe deve smascherare un insospettabile ma pericolosissimo   assassino. Ho conosciuto molti poeti e artisti grazie alle storie di Dylan Dog, citate in modo sapiente dagli autori, con il fine di stimolare la curiosità e l’approfondimento del lettore.  
Ho visitato tante mostre di artisti come Dalì, Munch, grazie proprio ad alcuni episodi in cui venivano menzionati e illustrati in alcuni dei loro concetti chiave, come la persistenza della memoria, o il famoso urlo,  o letto libri di Poe, Lovecraft, King, maestri del genere giallo-horror, citati e rivisitati frequentemente da Sclavi e & co. Le avventure di Dylan  Dog non  sono  legate dunque al solo genere horror, come potrebbe apparentemente sembrare e per cui la critica e la censura non sempre sono  state magnanime.  Le storie narrate nei fumetti hanno  finito spesso per  accumunare  diversi  generi, dalla  fantascienza  al giallo, tramite  una modalità di  narrare fatta  ad incastro, dove le categorie della luce  e dell’ombra, non sono nettamente divise ma al contrario risultano sovrapponibili. Nonostante il suo temperamento sentimentale e romantico, Dylan Dog sa essere deciso e freddo quando le circostanze lo richiedono e proprio come  succede spesso a me, si immerge completamente in una indagine spesso soffrendo e pagando in prima persona le sue scelte.

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