Tossicodipendenza e reati: capire per "punire meno"



 di Veronica Oliveto

Il complesso fenomeno della tossicodipendenza, nella sua costante evoluzione, interessa diversi campi di studio, da quello psicologico e sociale a quello farmacologico-sanitario, a quello giuridico-legale. Per quanto concerne quest'ultimo campo si può affermare che la condizione di tossicodipendenza è considerata un fattore di rischio rilevante rispetto alla commissione di reati e ciò potrebbe essere interpretato come:

- una conseguenza della necessità del consumatore di procurarsi la sostanza;
- come la perdita di freni inibitori dovuta proprio al consumo di determinate sostanze (queste infatti alterano la percezione compromettendo la libertà di pensiero e di
scelta);
- come conseguenza di una sofferenza che invece di esprimersi attraverso le parole si manifesta mediante la messa in atto di un comportamento deviante. Molti infatti sono i danni che la dipendenza causa ma, è interessante notare come nella maggior parte dei centri di cura il primo confronto, spesso, ha proprio inizio con un conteggio delle perdite. Perdite di affetto, di lavoro, di denaro, di credibilità sociale ma sopratutto perdita di senso. Tutto ciò, potrebbe portare dunque, alla commissione di reati;
- come conseguenza dell'appartenenza a contesti criminali.

La risposta del sistema penale nei confronti delle persone tossicodipendenti autori di reato tende, generalmente, a condurli verso la carcerazione. Solo di recente, sai è iniziato a ricorrere a meccanismi di risposta ispirati alla giustizia riparativa che tendono ad evitare, ovviamente a fronte di una serie di limitazioni, l'ingresso di taluni autori di reato in carcere al fine di poter essere sottoposti a trattamenti terapeutici incentivanti il recupero. A ciò si è giunti nel momento in cui si è iniziati ad avere la consapevolezza rispetto al fatto che il regime detentivo disgiunto da interventi terapeutici non può produrre effetti né sotto il profilo personale né tanto meno sotto quello sociale poiché le persone tossicodipendenti che sono coinvolti nell'area penale costituiscono tipologie di detenuti particolari dal momento che possiedono dei bisogni che necessitano soprattutto di risposte di tipo terapeutico considerando che, generalmente, il comportamento deviante è strettamente connesso alla condizione di dipendenza.
Le misure alternative alla detenzione come può essere, ad esempio, la possibilità di scontare la pena in una comunità terapeutica, non deve essere considerata solo in una logica premiale ma deve essere collocata nell'ottica di un percorso di accompagnamento della persona verso la realtà esterna mediante il supporto di figure professionali e come un percorso finalizzato alla riabilitazione e al recupero. Tale modalità potrebbe costituire un efficace contributo contro la recidiva e la "doppia ricaduta" alla quale potrebbero incorrere le persone tossicodipendenti che scontano la pena in carcere: la ripresa del consumo e la ricaduta nella criminalità come modo, spesso inevitabile, per il mantenimento della propria dipendenza. All'interno della comunità terapeutica "Eden" il Delfino, sono diversi gli utenti che stanno scontando una pena alternativa alla detenzione e che dopo aver preso coscienza degli errori commessi e dei motivi sottostanti, stanno impiegando tutte la loro energia e tutte le risorse disponibili per dare una svolta alla loro vita.

"Non puoi tornare indietro e cambiare l'inizio ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale." (C.S. Lewis)

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