Eroina, tra nuova epidemia e riaffermazione
di Andrea Bruzzi
educatore comunità Eden – Il Delfino
Per un periodo sostanzialmente indecifrato di tempo,
l’opinione comune ha provveduto a trascinare la tesi che l’eroina potesse aver
avuto un calo nella diffusione del mercato di spaccio e consumo di sostanze
stupefacenti, dovendo fare i conti con una evoluzione culturale ed anagrafica –
nonché di costume – della fetta di assuntori interessata. Nonostante questa
tesi possa basarsi su delle informazioni corrette (crescita esponenziale
dell’indice di consumo di altre sostanze- cocaina in primis – introduzione nel
mercato di sostanze o farmaci alternativi, e sulla carta meno invasivi o
comunque reperibili in forma più o meno legale, incremento di sostanze
alcoliche intese come sostituto dell’abuso stesso), probabilmente la spinta
motivazionale maggiore che ha indotto a pensare a una leggera riduzione della
diffusione dell’eroina deriva dal fatto che nel tempo si è modificata sia
l’assunzione della sostanza che la percezione comune.
L’eroina è la sostanza che in assoluto più di tutte è
legata allo status del tossicodipendente, con la connotazione tipica
dell’elemento di degrado e marginalità che la contraddistingue. La campagna di
prevenzione, funzionale o no, diffusa tra gli anni ’80, ’90 è stata un impulso
visivo e percettivo che ha largamente diffuso la consapevolezza dei rischi
legati alla tossicodipendenza, con attenzione maggiore incentrata sui rischi
prettamente sanitari (Hiv, Hcv su tutte) e sulla componente antisociale
dell’uso di sostanze. Probabilmente ciò che è stato in un certo senso non
evidenziato, è stata la mancanza di previsione di quanto l’eroina potesse
modificarsi ed evolversi nel tempo.
Le nuove generazioni minimizzano l’eroina, come
minimizzano l’Hiv: non usano il preservativo e non conoscono la storia
dell’eroina. Non la riconoscono come piaga sociale, non hanno vissuto il
periodo nel quale l’eroina ha creato l’esercito di cronici che oggi sono i
maggiori fruitori di Servizi per la Disintossicazione. L’eroinomane del periodo
in questione oggi è una persona che vive una vita spesso legata ai Servizi,
entra ed esce dalle Comunità oppure accetta una vita con terapia sostitutiva “a
mantenimento”. Molte volte, statisticamente, continua il suo percorso senza
fine, vagando. E poi muore. Non fa notizia ormai, perché lo stigma
dell’eroina resta legato al concetto di “ago”, “siringa”, “buco”.
Elementi che oggi sembrano vintage, legati alla
concezione di sporco, degrado, emarginazione tanto differente dall’accezione
quasi ricreativa che oggi sembra assumere. Oggi, probabilmente, l’eroina è
socialmente meno inserita nelle abitudini degli assuntori soltanto perché per
un lasso di tempo è stata marginalizzata, soppiantata da droghe diverse, con
più appeal e reperibili in maniera diversa. Ma i dati statistici però ribaltano
questa tesi con elementi concreti: l’eroina oggi è utilizzatissima, ha
costi irrisori, è molto diffusa, non ha più un legame diretto con il degrado. Non
è più legata alla vergogna degli anni 80, all’umiliazione familiare di avere
tossicodipendenti in casa. Non si esalta certo, ma non si riconosce come
problema. Oggi è fumata, inalata, utilizzata in maniera nuova, più attrattiva
verso le nuove generazioni quanto così lontana dallo standard dell’eroinomane
da buco. Inoltre oggi le frontiere di produzione dell’eroina passano per aree
che coprono probabilmente un buon 70% del territorio mondiale, con un prodotto
che oscilla tra la purezza assoluta e, in base alle aree di provenienza
appunto, surrogati pericolosi tagliati con poca cura.
Se consideriamo i derivati dell’eroina, farmaci
antidolorifici, oppioidi ed il concetto stesso di terapia del “dolore”, e
la contestuale assunzione di eroina a scopo “ricreativo”, con la parvenza di
illusione di poter gestire autonomamente dosi e craving, possiamo considerare
che se non si tratta di riaffermazione o nuova emergenza, certamente siamo di
fronte ad un restyling che sta non solo creando un giustificato allarmismo,
quanto lascia intendere che sia da un punto di vista della prevenzione che dal
punto di vista del trattamento, probabilmente bisogna lavorare in una direzione
tale che possa consentire la minore sottovalutazione di rischi e la previsione
dei fenomeni, che nella dipendenza da sostanze, si evolvono costantemente.
(articolo pubblicato su SiciliaNetwork.info: https://www.sicilianetwork.info/eroina-tra-nuova-epidemia-e-riaffermazione/)
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