Doppiaggio ed empatia: un nuovo percorso di riabilitazione emotiva


di 
Cristian Conforti

Il doppiaggio è una particolare tecnica utilizzata per prodotti audiovisivi (film, serie televisive, cartoni animati, ecc.) che si inserisce nell’ambito degli studi sulla traduzione filmica. 

Il procedimento di doppiaggio è una tecnica di post-sincronizzazione che consiste nella cancellazione della voce originale di un attore, o di un personaggio, e nella sua sostituzione con un’altra voce (quella del doppiatore, appunto) registrata in un secondo momento. Gli ambiti in cui è maggiormente utilizzato sono il cinema, la televisione, l’animazione e la pubblicità (spot radiofonici e/o televisivi).

Il doppiaggio nasce dall’esigenza di tradurre un’opera cinematografica da una lingua di partenza ad una lingua di arrivo: lo scopo è quello di rendere comprensibili i dialoghi ad un pubblico di lingua e cultura diverse da quelle originali, consentendo al prodotto audiovisivo la possibilità di inserirsi in mercati più ampi. 

Nel contesto della comunità “Il Delfino” di Cosenza è stato proposto dall’equipe socio-educativa uno specifico laboratorio di doppiaggio rivolto agli utenti del servizio.

Il doppiaggio, come già anticipato precedentemente, consiste in una traduzione culturale ed emotiva di un’opera cinematografica nella quale diversi attori hanno interpretato dei personaggi. “Interpretare” significa soprattutto immedesimarsi in un ruolo e in una storia creati appositamente per uno specifico pubblico. 

La qualità dell’opera deriva anche e soprattutto dalla “credibilità” e bravura dell’attore che recita un personaggio, il quale deve poter suscitare una emozione negli spettatori. Uno dei requisiti fondamentali per l’interpretazione è “l’empatia”; una definizione ampiamente accettata di empatia è la seguente: «una risposta affettiva compatibile allo stato emotivo di un altro, ovvero un’esperienza simile e vissuta allo stesso modo» (Eisenberg, 2003). 

Propria per questa ragione “la regolazione emotiva” assume un’importanza preponderante nel doppiaggio e nelle dipendenze, in quanto è rinomato il concetto per cui i soggetti affetti da “Disturbo correlato a sostanze e altri disturbi di addiction” sperimentano una sintomatologia nota come “disregolazione emotiva”. Con questo termine indichiamo un costrutto strettamente legato a quello di regolazione e si riferisce ad un’interruzione della “stabilità interna” dei processi mentali che sono legati alla costante e dinamica regolazione delle attività̀ di cervello-mente-corpo-ambiente (Lazarus e Folkman, 1984).  

Negli incontri dedicati al laboratorio di doppiaggio è stato attuato questo innovativo programma di riabilitazione emotiva con il quale gli utenti hanno avuto la possibilità di sperimentare le proprie emozioni in un contesto sicuro e protetto come quello della comunità. I risultati sono stati molto incoraggianti e il coinvolgimento degli utenti nella prosecuzione dell’attività suggerisce quanto il bisogno di una regolazione emotiva sia più che mai necessario nei percorsi di riabilitazione.

(Cristian Conforti è uno psicologo tirocinante in comunità, specializzando presso la scuola di psicoterapia sistemico relazionale  I.E.F.Co.S Roma)

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