La quiete dopo la tempesta
Il cambiamento è il primo passo verso una crescita personale, la scelta – difficile e ardua – da prendere. Una promessa, più delle volte, da mantenere. Con se stessi. Non possiamo accontentarci di un marchio dato da altri, né racchiudere il nostro essere in definizioni ben confezionati dalla società. No. Serve cambiare e farlo nel modo più costruttivo: desiderando la rivoluzione, quella interiore, che travolge e scombina le priorità, rimettendo ordine dopo un vortice di caos.
I cambiamenti sono mappe che scegliamo di seguire, percorsi da intraprendere con gli strumenti adatti, senza alcuna improvvisazione. La tempesta ci ha insegnato a essere cauti e prudenti, a non lanciarci in acque mosse e torbide. Quando la vita rovescia la nostra barca alcuni affogano, altri lottano tenacemente per risalirvi sopra. E poi? Poi serve la bussola.
E la bussola punta sempre al nord.
Qual è il nostro nord? Ve lo siete mai chiesto? Credo sia nella direzione opposta dei pregiudizi, dei legami ossessivi, possessivi, dall'incapacità di credere in se stessi. Il nord è là, dove abbiamo conservato le nostre passioni, le emozioni messe in stand-by che aspettano solo il nostro ritorno. È quello il nostro nord, spesso coincide con una vecchia cantina impolverata ricca di dettagli dimenticati, è quello il nostro nord. La nostra essenza. Oltre la sostanza. Ed è così che ritroviamo la forza e l’abilità di trasformare la nostra esperienza di vita in una nuova occasione scegliendo - stavolta - di dedicarci al nostro nord. Tutelando la nostra fragilità e difendendola dalla tempesta. Diventando così osservatori e protagonisti della nostra vita, di quel nuovo capitolo che abbiamo scelto di scrivere. Perché le avventure si raccontano attraverso le storie, per lasciare una traccia, per ricordarci chi eravamo e cosa vogliamo diventare. Questo giornalino è un diario di bordo per annotare i pericoli della tempesta e l'orgoglio di essere ancora vivi, pieni di speranza e curiosi di conoscere nuovi orizzonti.
Ringrazio il presidente del Centro di solidarietà Il Delfino, Renato Caforio e il responsabile della Comunità Eden, Salvatore Monaco per questa bellissima esperienza. Un viaggio intrapreso che ha odore di libertà, parole ed emozioni condivise.
Il cambiamento è consapevolezza. Nonostante siano trascorsi anni e cambiate le priorità. Siamo sempre noi, e la strada segnata è quella dei sogni custoditi, adesso maturi per essere realizzati.
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