Liberiamo il Natale!
di Katya Maugeri
Mi piace il verbo percepire, è un suono deciso e allo stesso tempo sensuale,
avvolgente.
Grazie alla vista percepiamo i colori della natura, è un verbo che penetra all’interno della mente, percorre persino la nostra pelle: si percepiscono i dubbi, i desideri, le ostilità. Le emozioni.
Ed è proprio questo verbo che associo al Natale. Ripercorrevo giorni fa una strada a me cara, dove un tempo,
le insegne illuminate mi anticipavano i giorni di festa, mi sono fermata a
guardare la piccola piazza che da piccola vedevo come un enorme piazzale nel
quale correre e giocare: pochi bambini adesso, pochi anziani sulle panchine a
discutere delle guerre andate.
Mi sono soffermata a ricordare con quanta emozione amavo
passare per quella piazza e vedere gli altri bambini con cappelli rossi,
sciarpe, guanti, giocare con un pallone, con un gesso segnare un gioco sul
pavimento cementato e gli anziani seduti su quelle fredde panchine a ricordare
i loro anni passati, a raccontare a noi quale fosse realmente l’essenza del
Natale. Si percepiva davvero un’atmosfera magica, surreale, capace di
catapultarti in un’altra epoca laddove non esisteva certo la televisione come
promemoria natalizio, dove il regalo più ambito era una macchinina di legno;
erano i loro racconti, quelli di coloro che avevano realmente toccato con mano
quella magia.
Erano i racconti dei miei nonni, dinanzi un camino acceso, a
una tazza di tè bollente con un cucchiaino di miele (perché a Natale spesso si
era anche influenzati!), erano racconti veri, pieni di vita, di canzoni da
imparare, filastrocche da recitare, felicità condivisa.
Passando, adesso, per quella piazza, sembra quasi che tutto
sia sparito, come risucchiato in un’altra dimensione, scomparso, fuggito,
cacciato via.
Le strade sono illuminate, perché non si sfugge al fascino
del Natale, no… quello conquista anche coloro che non credono alla sua essenza,
i negozi cominciano a proporre le idee regalo già dal mese di ottobre ma manca
qualcosa di magico, non riesco a percepire quell’essenza che caratterizzava
l’avvicinarsi del Natale, non sento più i racconti che conducevano lontano.
Forse, anche il Natale è stato risucchiato in un’altra dimensione, forse
bisognerebbe liberarlo e sprigionare il suo reale odore, il suo sapore, la sua
magia, le sue storie, le sue canzoni.
Guardando quella piazzetta vuota, però, ho come percepito
quasi un richiamo: è’ la voce di un Natale, adesso imprigionato, all’interno di
una gabbia chiamata consumismo, chiamata avidità, egoismo.
I bambini non giocano più per le strade, nessuno più, osserva un camino acceso,
nessuno si sente fortunato in un giorno così speciale, in pochi chiedono ai
nonni quali siano le storie vere del Natale, quelle che ti lasciano a bocca
aperta, quelle che ti porti dentro il cuore per il resto della vita, i bambini
adesso sono impegnati a guardare la tv, a richiedere regali costosi, tutti
vogliono di più, sempre senza riuscire ad accontentarsi, senza voltare lo
sguardo verso coloro che sperano solo di sopravvivere, la notte di Natale.
Per un attimo, basterebbe dimenticare i futili pensieri, e ricordare in che
modo siamo stati bambini e raccontarlo anche ai bambini di adesso. Basterebbe percepire nuovamente quell’essenza innocente che ci caratterizzava,
per apprezzare anche un piatto caldo, e non abusare di questo eccesso che sta
mutando le nostre vite. Torniamo, per un attimo a essere bambini, quei bambini che giocavano per le
strade, quelli che scrivevano la lunga lettera a Babbo Natale e non solo per il regalo
ma per il gusto di scriverla e di lasciarla sotto l’albero. Il regalo più prezioso? Ritrovare, nuovamente, la capacità di emozionarci. Immaginiamo di osservare quel fuoco bruciare, quel camino di tanti anni fa, in
quel camino che i nonni avevano acceso proprio per noi, e lasciamoci avvolgere
da quell’odore di pane appena sfornato, dal suono di una voce calda che
raccontava sempre mai fermarsi, un segreto da custodire: il segreto della
felicità, racchiuso in minuscoli dettagli.
Per un attimo, ritorniamo bambini, e liberiamo il Natale!
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