Ricordando Giuseppe Granieri
di Salvatore Monaco
"Uomo di scienza ma con un grande lato umano fatto soprattutto di umiltà e capacità di saper sdrammatizzare sempre, soprattutto nei momenti difficili del suo lavoro".
"Uomo di scienza ma con un grande lato umano fatto soprattutto di umiltà e capacità di saper sdrammatizzare sempre, soprattutto nei momenti difficili del suo lavoro".
Questo era Giuseppe Granieri, come
si evince dalle parole del presidente del Delfino, Renato Caforio, nel corso
della cerimonia di benedizione e intitolazione della R.E.M.S lo scorso 29
dicembre, celebrata da don Salvatore Vergara a Santa Sofia d'Epiro.
"Incontrava persone con problemi di droga presso il
proprio studio e si rese conto che andava fatta qualcosa di più per affrontare
il problema droga e propose all'allora vescovo di Cosenza di creare un centro
specializzato per questo tipo di problematiche, insieme ad un gruppo di volontari
e futuri professionisti del settore".
Il lato umano, continua Renato Caforio nel suo racconto al pubblico presente
alla cerimonia, "consisteva nella grande capacità di saper accogliere i
tossicodipendenti come psichiatra, ma anche nel saper sostenere e supportare
gli operatori dei servizi nel loro difficile compito giornaliero, riuscendoli a
motivare sempre. Riusciva a sdrammatizzare tutto con le sue battute, con i suoi
aneddoti, con la sua voglia di vita che conquistavano ogni suo
interlocutore".
Anche il dottor Calabria, responsabile del Serd di Cosenza,
lo ricorda come una persona semplice e umana ma che con i suoi atteggiamenti ha
nobilitato la figura del medico.
Tutti noi che lo abbiamo conosciuto siamo orgogliosi di aver avuto l'onore di
lavorarci insieme e di aver imparato davvero tanto da lui e ancora oggi,
attraverso il racconto dei suoi aneddoti, delle sue infinite battute,
continuiamo a farlo restare insieme a noi, ricordandocelo così, sorridendo, con
la chitarra in mano, cantare il suo cavallo di battaglia: My Way di Frank
Sinatra.
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