Caro "me" ti scrivo


di Marco T.

Vorrei scrivere a quel bambino che ormai non sono più.
A quel bambino che ne ha passate tante, a quel bambino che forse non lo è mai stato.
Bambino all'apparenza, ma costretto dalla vita a diventare grande prematuramente.
Sentirsi un bambino dovrebbe essere bellissimo, ma per me non lo è stato, è stata una delle prime battaglie della mia vita: a soli otto anni ho iniziato a prendermi cura di mio fratello, io piccolo riuscivo a prendermi cura di lui ,anche se con mille difficoltà. Riuscivo a portare avanti l'obiettivo di far star più sereno possibile mio fratello.

Crescendo ho provato a portare avanti tutto quello che avevo imparato nel periodo dove mi prendevo cura di lui: ci stavo riuscendo, stavo riuscendo ad avere la pazienza e la forza di riuscire ad evitare che anche a me accadesse quello che era accaduto ai miei genitori.
Ma è stato proprio quello il mio fallimento, diventare quel che odiavo: sono riuscito a tornare bambino ora, un bambino che riesce ad amare e sorridere come riusciva tempo fa con quel poco che aveva.
Ora rido e vado avanti. Sorrido e proprio come un bambino riesco a dar tutto me stesso ad ogni minima cosa che faccio, il bambino che è in me riprende a vivere e a scacciare i miei vecchi demoni.

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