Ultras è...
di Carmine Q.
Tutti abbiamo ancora negli occhi i tremendi scontri tra
interisti e napoletani avvenuti il giorno di Santo Stefano nel capoluogo
lombardo culminati poi con la morte di una ragazzo di 35 anni. Unanime è stata
la condanna dell’opinione pubblica e non poteva essere altrimenti.
Ho voluto volontariamente cominciare il mio articolo con
questo forte episodio non per rimarcare il Dna degli ultras, ma tutt’altro. Il
movimento nasce in Italia all’inizio degli anni '60 tutt’oggi presenti nelle
curve della nostra penisola, non ultimi i “fedelissimi 1961” della Sampdoria
che occupano la gradinata sud dello stadio Marassi di Genova.
Lo scopo di
questa aggregazione giovanile era di sostenere la squadra della propria città.
Ha visto il suo apice all’inizio degli anni 80. Come poter dimenticare gli
enormi striscioni che coloravano le curve d’Italia: “Commando, Boys, Egoles,
Irriducibili, Brigate ecc. ecc.”con migliaia di ragazzi spavaldi e orgogliosi
che si assiepavano a ridosso. Chi non ha mai vissuto la curva, il sottoscritto
l’ha fatto per più di 30 anni non potrà mai capire cosa c’è dietro uno
striscione.
La domenica è solo l’ultimo atto di una settimana vissuta,
dove, e adesso parlo al presente, le varie sedi dei gruppi sparsi per la
penisola pullulano di ragazzi che ci mettono l’anima per preparare coreografie
che 9 volte su 10 lasciano senza parole e fanno applaudire le mani per diversi
minuti ai 60 mila presenti sugli spalti. Ultras sono quei ragazzi che
raccolgono fondi allo stadio oggi per le popolazioni terremotate, ieri per
quelle alluvionate.
Siamo rimaste una delle poche cose pulite in una società o
meglio in un sistema dove chi ci dovrebbe rappresentare si corica di sinistra e
si alza di destra, senza un briciolo di vergogna. Dove calciatori pseudo professionisti
ricoperti di soldi si vendono partite per qualche migliaio di euro e con essa
la maglia di appartenenza e la città stessa che li ospita prima e li osanna
dopo.
Le restrizioni sono sempre più grandi, ma mai la passione
che ha visto avvicendarsi decine di migliaia di ragazzi in tanti anni dietro
uno striscione è ancora più grande, perché amore e passione, ultras è.
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