A mio padre, in memoria degli abbracci perduti
di Raffaele Gencarelli
Arrivano giorni tristi, arrivano in groppa a un nero destriero con la folta criniera tormentata dal vento, arrivano e si portano via un pezzo del tuo cuore, un pezzo della tua anima.
Vedi volare via inesorabilmente tanti felici momenti
vissuti, resto a terra barcollante e azzoppato.
Nei tuoi occhi inumiditi si accavallano i ricordi di una vita, vedi quel
bambino che eri, lo vedi correre e cercare sicurezza tra le forti braccia
paterne, quelle braccia che come rami di quercia ti accoglievano trepidanti. Le
immagini si affollano, fanno a gara per uscire e raccontare l'amore, le lotte, l'affetto
e le incomprensioni.
Voglio raccontarti dei pudici baci ricevuti, elargiti con
discrezione, ma figli di un amore forte e radicato. Arrivano i giorni tristi
portandosi via la gioia, lasciandoti come compagno fedele il dolore. Sarà una
stagione triste e arida, ma nulla potrà toglierti ciò che hai ricevuto, mai un
abbraccio appassirà né un sorriso, come raggi di sole infuocati.
I tuoi ricordi più belli apriranno squarci di luce, porteranno un po' di calore
tra le nubi della tua anima indolenzita. Sarà la stagione della rinascita.
È il ciclo della vita che si ripete all'infinito, fuori e
dentro di te.
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