Il circuito dell’empatia
di Cristina Ciambrone
L’empatia è una delle caratteristiche principali del mediatore, in quanto sono
convinta che se le persone diventassero capaci di mediare potremmo immaginare
relazioni e convivenze migliori; si potrebbe ipotizzare una minore dispersione
delle risorse psicologiche e una capacità di gestire meglio la propria vita. La
capacità empatica permette di leggere e capire non solo le emozioni che le
persone esprimono a parole, ma anche quelle che, più o meno consapevolmente
sono espresse con il tono di voce, i gesti, l'espressione del volto e altri
simili canali non verbali. C'è empatia quando smettiamo di focalizzare la
nostra attenzione in modo univoco, per adottare invece un tipo di attenzione
che definiremo "doppia". Avere un'attenzione doppia significa tenere
presente allo stesso tempo anche la mente di qualcun'altro. Quando l'empatia è
accesa ci concentriamo anche sugli interessi delle altre persone. Quindi
potremmo definire maggiormente il concetto di empatia come la capacità di
identificare ciò che qualcun'altro sta pensando o provando, e rispondere a quei
pensieri e sentimenti con un'emozione corrispondente.
Come si sviluppa l'empatia?
È possibile rintracciare il germe dell'empatia sin dalla prima infanzia. In
effetti si è visto che dal giorno stesso della nascita i neonati sono turbati
dal pianto di un altro bambino e addirittura i bambini intorno all'anno d'età
imitano la sofferenza altrui, probabilmente per meglio comprendere ciò che
l'altro sta provando. Inoltre, sembra che alla base dell'empatia ci siano i processi
di sintonizzazione-desintonizzazione che caratterizzano le prime fasi del
rapporto madre-figlio e che consentono al bambino di sentirsi compreso. Non a
caso la prolungata assenza di sintonia emozionale tra genitori e figli impone
al bambino un costo enorme in termini emozionali.
Ma tutto ciò mi porta a pormi una domanda. Perché alcune persone hanno più meno
empatia di altre, e cosa succede quando la perdiamo?
Le azioni non empatiche sono semplicemente la coda di una curva a campana che
si ritrova in tutte le popolazioni del Pianeta. L'idea chiave è che tutti noi
ci troviamo in qualche punto all'interno di uno spettro di empatia (da alta a
bassa),ed infatti come scriveva Simon Baron-Cohen nella "La scienza del
male", le persone che chiamiamo "cattive" o crudeli sono
semplicemente a un estremo dello spettro dell'empatia. Il grado zero
dell'empatia significa non avere consapevolezza di come ci si relaziona con gli
altri,ci si sente disorientati sulle ragioni per cui i rapporti non funzionano,
e questa mancanza di empatia crea un profondo egoismo. tutto ciò comporta
un'esistenza solitaria, una vita condannata nel migliore dei casi al
fraintendimento, nel peggiore all'egoismo. Un esempio di grado zero-negatività
di empatia sono le persone affette da disturbo borderline di personalità, il
distrurbo narcisista di personalità, e gli psicopatici.
L’empatia è un sentimento che parte da un atteggiamento verso il mondo e verso
gli altri, la comunicazione empatica permette un clima che può passare
dall’abbassamento dell’ansia alla confidenza e all’intimità. Una buona
comunicazione empatica permette di essere rassicurati dalla vicinanza delle
storie umane che ci circondano.
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