L'ultimo baluardo



di Giovanni L.

Il mio ego parla, mi sussurra "zitto e fermo". Il mio ego in gabbia mi sussurra "datti tempo", io lo ascolto perché in fondo a lui devo tanto. Lo assecondo e lo nascondo sempre, dietro e dentro un pianto.
In ogni canzone che scritto ho messo in atto il mio ritratto così tutti possono ascoltare il mio dolore astratto ed ho passato troppo tempo dietro ad ogni tempo perso ed è per questo che adesso trovo la luce dentro me stesso.
Sempre in compagnia, in balia della mia solitudine, riflesso nel mio cesso c'era il riflesso di un cocainomane. Spesso depresso in famiglia, lui resto del culmine, perché non è normale, anzi è anormale essere sensibile. Le troppe mancanze nel tempo hanno creato quello che io sono, è drammatico vivere adesso spesso il senso dell'abbandono ma è grazie alle mie sorelle se tutt'ora mi reputo un uomo se dallo sputo di Dio è riuscito a nascere il fiore più raro.
Io, darò il meglio di me, io darò il meglio di me, io darò il meglio di me, sto dando vita a un sogno, io darò il meglio di me anche se tutto andrà storto.
Per non parlare di te, in discordia perenne, e poi chissà perché, quante cose non dette e mi dispiace se, la notte la passi insonne solo perché non riesco a darti quello che sogni da sempre. Gli anni passati a mille paranoie a che sono servite se dietro mi lascio brutte storie? 
La paura di vivere porta a rinchiudersi dentro se stessi come se tu non avessi la forza di fare altri passi e ci si limita a guardarsi sempre in difetto, come se in questo mondo tu sia l'unico in difetto, e non mi importa più di nascondere quello che sono: io sono così importante da non dipendere più da nessuno. 

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