Passione, vocazione e amore: il mio lavoro
di Rosa Imbrogno
Raccontarsi è sempre una delle cose più difficili che si
possa fare, ma provo a buttare giù qualcosa che riesca a descrivere una delle mie
ragioni di vita più belle.
Il lavoro con gli altri e per gli altri. Talmente innamorata
del mio lavoro che sembra non sentire mai l’esigenza di prendere una pausa, e
quando per forza maggiore devo farlo perdo l'equilibrio.
Sento che il lavoro per me è una chiamata ad un progetto più grande: una
vocazione, come se ci fosse un destino che mi spinge in quella direzione.
Primo Levi sosteneva che “trovare un lavoro che si ama corrisponde alla
migliore approssimazione della felicità sulla terra”, lo confermo a cuore
aperto. "La passione è un elemento che fa incredibilmente la differenza
nello svolgimento di un lavoro: di certo non annulla la fatica o lo stress, ma
rende tutto questo più sopportabile perché ogni sacrificio è fatto in nome di
un progetto più grande". Non si finisce mai di imparare, la formazione
continua e l’aggiornamento devono essere delle costanti, per fortuna. Alla base
oltre alla passione, deve esserci lo studio, la conoscenza, il mettersi in discussione
ed in ascolto, l'umiltà. "Lavorare con passione, è un sogno perché significa aver esaudito il sogno
di non lavorare solo per necessità", il mio sogno diventato realtà.
Anche le sfide lavorative più difficili diventano infatti
un’occasione per misurarsi con se stessi, su un terreno professionale che si
può chiamare casa senza aver paura di esagerare, sì non esagero dicendo di
sentirmi a casa. Casa Delfino.
Ogni giorno mi arricchisco grazie al confronto con i beneficiari che
accogliamo, grazie alla loro cultura, alla loro incredibile forza di vivere e
di adattarsi ad una terra che per loro era sconosciuta.
Loro hanno un nome, una età, una nazionalità, un carattere.
Chi è senegalese, chi gambiano, chi ivoriano, chi nigeriano:
loro, la nostra più bella ricchezza culturale ed emotiva.
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