Un sogno danzante


di Katia De Marco

È difficile parlare di "Lei". In genere siamo in grado di esprimerci solo attraverso il movimento del corpo, perché è l'unico elemento che appartiene ad essa. Martha Graham diceva che le nostre braccia hanno origini dalla schiena perché un tempo erano ali, e che la danza è il linguaggio nascosto dell'anima e quando non si può danzare è lei che danza per noi. 
"Non è razionale non lo puoi spiegare, tremano le gambe mentre ride il cuore". Così il ritornello di una canzone, ed è in queste parole che mi rivedo un attimo prima di esibirmi. L'emozione della prima lezione che feci mi travolge ogni volta che entro in un'aula. La sensazione che provai la prima volta che salii sul palco mi travolge ogni volta che mi esibisco. Quasi in panico, senti le gambe immobili, la testa completamente vuota, ed il cuore batte così forte che quasi lo senti uscir fuori dal petto. Eppure sei li, sai che non puoi tirarti indietro, ormai sei sul palco e devi superare tutte le paure. Cerchi di non guardare verso il pubblico perché ti mette ansia, la paura di sbagliare, di non arrivare al cuore di chi ti sta per guardare è grande. 
"La coreografia forse non piacerà, forse potevo lavorarla meglio, aggiungere altro, fare di più".
Perché sembra non essere mai abbastanza, in quel momento nulla lo è. Allora chiudi gli occhi, Respiri profondi e lunghi, la musica parte e non so cosa succede, ma in quel preciso istante, quando scatta la prima nota, il primo ottavo, accade qualcosa! Diventi ciò che vuoi essere in quel momento. Interpretare un pezzo non è facile, soprattutto quando il tema che devi rappresentare è forte. Hai un solo obiettivo: "arrivare al cuore e toccare l'anima di chi ti sta guardando".
Quindi non ha più importanza la tecnica perfetta (che necessita avere per un eccellente esibizione, per una variazione classica), sei lì e devi emozionare e trasmettere ciò che provi. Sei lì , nel posto giusto e fai ciò per cui il tuo cuore non smette mai di battere. Mente vuota, non conti, non pensi ai passi, vai spedita, la musica ti trascina nel suo mondo, sei tu, la musica, stai danzando la tua coreografia,i tuoi passi, i tuoi ottavi. Sei tu e la musica. E quando la musica finisce, le luci si spengono e ti lasciano al buio, sei ancora tu, solo tu, ma stavolta quando le luci si riaprono tu quei volti li vuoi guardare, i loro occhi li vuoi vedere. Gli applausi non smettono e tu ti inchini a loro per ringraziarli, ma soprattutto ti inchini a Lei, la danza, che ti ha regalato ancora una volta la felicità. Iniziai a 10 anni. È sempre stata la mia amica fedele. Ma anche il mio sogno rimase solo un sogno, perché accettare di studiare all'accademia di Roma voleva dire mettere in difficoltà la mia famiglia, e mai avrei permesso che per un mio unico sogno potesse accadere ciò. Perciò pensai di dover studiare per trasmettere alle mie allieve l'amore e la dedizione per questa disciplina. A Lei ho potuto far conoscere le mie paure, le mie fragilità. Con Lei piangi, ridi, oggi sei una principessa, domani un militare, oggi interpreti la nutrice di Ulisse, domani una donna stuprata. Mille momenti, mille persone, ma in fondo sei sempre tu. 
La danza è dedizione, disciplina complessa con sfaccettature diverse, sacrifici, sudore, tanto studio, tanti esami, tante prove da superare. Identifica però la felicità, colma i vuoti che la vita ti lascia, colma le mancanze, ti gratifica e ti riempie la vita! 

Danzare è ciò per cui sono nata, e non potrò mai smettere, finché avrò vita. A Lei devo tutto.

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