Cambiamento: è così facile conquistarlo?
di Alfredo Fiume
Alla domanda “come e quando si raggiunge un cambiamento?”
non riuscivo a trovare una risposta. Mi chiedevo perché, poi dopo molte
riflessioni la risposta si è presentata da sola. Il cambiamento non è un
traguardo da raggiungere, ma un percorso che non ha fine. La domanda esatta è
(sempre secondo il mio parere): come indirizzare il cambiamento dal
negativo al positivo?
Gli avvenimenti, le circostanze, i vissuti di ognuno di noi
ci apportano dei cambiamenti nostro malgrado e poi sta a noi indirizzarsi in
maniera giusta cercando sempre il lato costruttivo per ogni cosa che ci
succede. Purtroppo non è una cosa molto semplice da attuare perché spesso siamo
sviati da alcune emozioni difficili da gestire come l'istintività che non ci
fa riflettere prima di agire, la rabbia che è solo distruttiva e mai
costruttiva, l'invidia che non ci fa accettare il come siamo, la presunzione
che ci mette sempre al di sopra degli altri e preclude ogni tipo di aiuto
proveniente dall'esterno. Ci sono poi emozioni che vengono sottovalutate come gelosia,
vendetta, rancore, odio che lavorano in maniera subdola nel nostro inconscio. Il cambiamento in positivo, secondo me, può avvenire solo dopo una profonda e
soprattutto sincera con noi stessi introspezione. Cercare di capire quali sono
i punti in cui ci sentiamo più fragili e riuscire ad ammetterlo, capire in
tempo quando si ha bisogno di aiuto senza vergognarsi di sentirne il bisogno e
la capacità di ascoltare gli altri e apprendere anche dalle esperienze altrui.
Una volta riusciti in questo (il che è quasi utopia) possiamo dire che abbiamo
solo imboccato la strada verso un cambiamento positivo, poi la costanza e la
coerenza diventano necessari ad evitare sbandate che ci possono condurre ad
uscire di strada con il rischio di farci veramente male.
Insomma un impegno
continuo che lascia poco spazio a distrazioni specialmente, per chi come me, si
sente fragile nel gestire le proprie emozioni.
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