Vorrei essere come l'acqua...
di Alfredo Fiume
Facendo incontri con gli educatori della comunità - che hanno contributo al mio cambiamento - e le varie
attività si lavora molto sull'elaborazione delle emozioni e su come
imparare a gestirle. Di spunti di riflessione ce ne sono un'infinità ma solo
alcuni di essi mi danno del filo da torcere.
Il dolore è uno di questi, ma ci
sono anche la rabbia verso me stesso e di conseguenza verso il prossimo. Più di
tutti, però è l'argomento riguardante il perdono. Ci rifletto moltissimo, ma non
arrivo mai a capirne alcuni meccanismi. Tutti non fanno altro che ripetermi che
se non si riesce a perdonare se stessi non si può perdonare il prossimo, ed è
qui che non mi trovo. Io fondamentalmente mi reputo una persona buona e anche
altruista nonostante il male fatto a me stesso e di conseguenza alle persone
che hanno fatto parte in qualche modo della mia vita e visto quello che sono
stato capace di fare (consapevolmente o inconsapevolmente) nella mia vita, ho
facilità nel comprendere gli errori altrui e a perdonarmi ma non riesco a farlo
con me stesso.
Più passa il tempo e più la consapevolezza dei danni fatti
aumenta e di conseguenza diventa anche più difficile perdonarmi. Ho intrapreso
anche un cammino spirituale che mi ha aiutato molto a leggermi dentro e
trasformarmi in quello che sono adesso ma mi ha mandato in confusione ancora di
più sull'argomento “perdono”. Per far sì che questo cambiamento diventi
radicale devo trovare il modo di superare questo ostacolo. In un giorno di
pioggia mi sono soffermato ad osservare i rivoli d'acqua, essi superavano,
senza difficoltà alcuna, tutti gli ostacoli incontrati nel proprio cammino
proseguendo imperterriti nel loro cammino.
Ecco, delle volte vorrei essere come l'acqua e riuscire a superare tutti gli ostacoli che incontro senza
però perdere l'umanità, senza calpestare la sensibilità degli altri.
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