Risorgere, non solo a Pasqua


di Antonio DS

Sabato 20 aprile a Rota Greca, un paesino di circa mille abitanti immerso fra le montagne calabresi, si è svolta la quinta edizione della rappresentazione vivente dei momenti salienti della vita di Cristo. 
La Pasqua è un evento che la religione cristiana riporta alla memoria ogni anno per glorificarlo e per rendere grazie a Dio cantando l’alleluia. Egli discese dal cielo incarnandosi nel seno della vergine Maria, per noi e per la nostra salvezza il verbo si fece carne e la Pasqua di Gesù, fra morte e risurrezione, ci rende liberi dal peccato. Il Cristo che muore in croce, è questo il simbolo dei cristiani, la croce, il supplizio di Cristo, la sua flagellazione, comunque la sua immolazione, il suo sacrificio con la morte per la redenzione dell’umanità. L’uomo lo ha posto a morire su una croce e Dio facendolo risorgere il terzo giorno, ha donato ai cristiani la misericordia dal peccato. 
La vita di Cristo e le sue ultime ore, vengono riproposte a Rota Greca dal 2015 a oggi ogni anno nel periodo pasquale dai residenti del posto, inscenando con i costumi e i dialoghi, gli eventi accaduti in quel tempo.

Noi della comunità Eden il Delfino, abbiamo avuto il piacere di essere stati invitati a questo evento, ma soprattutto per alcuni di noi è stata decisamente lieta l’occasione di poter prendere parte in prima persona nelle varie scene che si susseguivano man mano che si proseguiva nel percorso organizzato fra le vie di questo paesino. Il rullo dei tamburi dà il via, aprendo il passaggio ai protagonisti di questa storia, una musica in sottofondo e una voce narrante, accompagnano il passo a centurioni e ai rappresentanti di Roma,  ai sacerdoti del tempio e ai farisei, ai dodici apostoli i discepoli di Cristo e a seguire ancora il popolo ebraico, composto da donne e fanciulli.
Nei propri vicoli, Rota Greca, c’ha fatto rivivere il momento dell’annunciazione dell’angelo a Maria, la natalità e la scena di Gesù che da bambino dava lettura dei libri sacri nel tempio, il battesimo di Giovanni, l’ultima cena e la lavanda dei piedi, la preghiera al Padre insieme ai discepoli nel Getsemani e una figura dello spirito del male col tradimento di Giuda che ne permise la sua cattura, il momento del processo da parte del procuratore Pilato e infine la sentenza del popolo di Gerusalemme a liberare Barabba e mettere alla croce Gesù.
Le continue frustate inflittegli, lo scherno di una corona di spine a legittimarlo re dei giudei, quel supplizio continuo e il grido imperterrito del popolo, aizzato dai farisei a gridare di crocifiggerlo e mentre Gesù, lungo il percorso trasportava la propria croce, sullo sfondo il Giuda, che s’era tolto la vita appendendosi dal collo ad un albero. Tutta questa serie di scene culminano in fine con l’arrivo sul Golgota, dove vi erano posti già i due ladroni. La cura dei dettagli in tutta la rappresentazione non si è risparmiata neanche in questa parte finale, quando ad innalzare la croce con il Cristo che vi era stato appena inchiodato, c’erano tese delle funi. L’ultimo suo sospiro infine fu seguito dal sonoro di un forte tuono con la voce narrante che ne ricordò il tremare della terra.
Fatto scendere dalla croce e avvolto nel lenzuolo, il corpo di Cristo venne trasportato nel sepolcro e tutte le persone lì presenti, diedero il proprio segno di compiacimento applaudendo le mani tutti quanti insieme, quando la figura di Gesù apparve a tutto il pubblico presente, dando l’immagine della sua risurrezione. Gesù che risorge per noi e per la nostra salvezza.

Grazie a tutti i rotesi organizzatori dell’evento e a tutti i partecipanti, tutti, che hanno saputo far rivivere in una splendida suggestione, i momenti della vita di Cristo in quel tempo, facendoci aprire in una mera riflessione sul mistero della fede. Bravissima Rota Greca per aver dato sfoggio ancora una volta di se stessa in quello che è stato un momento d’insieme, affinché culto e tradizione possano essere tramandati nel tempo soprattutto per far rimanere vivi i nostri borghi. 

Arrivederci rotesi, al prossimo evento.

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