Training autogeno, il rilassamento psicologico e muscolare per alleviare stati d’ansia e panico



di Manuela Donato

Da circa 7 mesi, all’interno del programma terapeutico della Comunità Eden, è stato introdotto il “Training autogeno”, una tecnica di rilassamento, ideata nei primi del ‘900 dallo psichiatra tedesco Johannes Heinrich Schultz, molto utilizzata sia in ambito clinico che in altri ambiti che richiedono il raggiungimento di un alto livello di concentrazione.

La proposta di utilizzare questa tecnica di rilassamento all’interno del programma riabilitativo nasce dalla consapevolezza che le dipendenze sono caratterizzate dall’impulsività, spesso accompagnata da vulnerabilità emotiva e che la funzione dell’uso di sostanze consista quasi sempre nel regolare le proprie emozioni.

La pratica costante del training autogeno favorirebbe, al contrario, un miglioramento dell’autoregolazione emotiva, lo sviluppo di abilità di coping e di fronteggiamento dello stress, un rilassamento psicologico e muscolare per alleviare stati d’ansia e di panico, un aumento della consapevolezza di sé utile a contenere il comportamento impulsivo e a prevenire le ricadute.
La caratteristica fondamentale di questo metodo è, appunto, la possibilità di ottenere, attraverso esercizi che potremmo considerare "mentali", delle reali modifiche corporee, che a loro volta sono in grado di influenzare la sfera psichica dell’individuo. Ciò è possibile poiché l’organismo umano è un’unità biopsichica, nel senso che mente e corpo non sono componenti autonome e indipendenti, ma sono strettamente correlate, in un rapporto di influenza reciproca e costante; e' pertanto possibile, attraverso semplici attività mentali, produrre modificazioni delle funzioni organiche e viceversa.

Di primaria importanza, in questa tecnica, è rendere i propri pazienti indipendenti dal terapeuta per sviluppare il proprio benessere. La stessa etimologia dei termini indica le caratteristiche fondamentali di questo metodo: la parola “training”  vuol dire allenamento, “autos” vuol dire “da sè” e “genos” significa “che si genera” e permette di spiegare meglio i suoi obiettivi, tutti volti a rendere la persona che si sottopone a tale pratica in grado di produrre da se’ un allenamento al rilassamento, al cambiamento psicologico e al controllo di alcuni stati fisici, attraverso una crescente capacità autonoma di “autosuggestione” che inizialmente viene guidata e insegnata da un esperto.
Gli effetti diretti del T.A. sull’individuo si possono così riassumere: un più profondo e rapido recupero di energie, autoinduzione alla calma tramite il rilassamento interiore, autoregolazione di funzioni corporee involontarie (apparato cardiocircolatorio, respiratorio, viscerale) miglioramento della capacità di concentrazione e delle prestazioni mnemoniche, diminuzione della percezione del dolore (attraverso la modificazione del vissuto di sofferenza), autodeterminazione per mezzo di proponimenti che permettono di superare specifiche difficoltà, introspezione e autocontrollo attraverso l’ascolto del proprio corpo, aumento della consapevolezza di sé.

Il training autogeno prevede la pratica di sei esercizi di base, che si eseguono dopo l’esercizio propedeutico della calma.
I sei esercizi sono: esercizio della pesantezza, del calore, del cuore, del respiro, del plesso solare, della fronte fresca.

Il percorso si articola in 9 incontri: un incontro iniziale di presentazione del metodo, di introduzione degli esercizi e di valutazione della motivazione dei partecipanti e delle sedute pratiche, a cadenza settimanale, dove viene presentato l’esercizio da svolgere e a cui segue una discussione di gruppo con feedback finale rispetto alle sensazioni percepite. Se eseguiti correttamente, gli esercizi portano a una sensazione finale di calma profonda. Attraverso l’allenamento e la ripetizione costante lo stato di tranquillità sorge in maniera via via più spontanea, senza dover essere ricercato attivamente, ma producendosi in maniera – appunto – “autogena”.

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