Tutte le cose che ho provato leggendo il libro di Katya Maugeri


 
di Salvatore Monaco

Il libro della giornalista e grande  amica del Delfino Katya Maugeri, dall'emblematico titolo: ''Tutte le cose che ho perso'' edito dalla Villaggio Maori Edizioni, ha a mio avviso, il grande potere di aprire delle ''celle'' e di fare entrare il lettore all'interno di esse e vivere una sorta di esperienza multisensoriale, in cui gli occhi continuano a leggere avidi di conoscenza  sulle pagine intrise di sudore di questa rovente estate, ma la mente viene risucchiata in una sorta di metaverso e affronta pian piano, tutte le varie sfaccettature emotive, sapientemente narrate, delle protagoniste di questo prezioso contributo. 

La Maugeri riesce a dare una sorta di 3D alle storie fatte di errori, rimpianti, disperazione ma nello stesso tempo anche di capacita di ritrovare il "qui e ora", di sentire finalmente qualcosa, il dolore, dopo anni e anni di anestetizzazione emotiva, voglia di rivalsa verso un mondo che non perdona chi viene dal carcere, specie se sei donna.

Un 3D che permette addirittura di cogliere gli odori di sudore, di marcio, la  disperazione e l'angoscia  verso un corpo che sta cadendo a pezzi e che necessita urgentemente delle pratiche di prevenzione classiche e di diagnosi precoci su tumori e quant'altro. Insomma, oltre ad avercelo fatto leggere, è riuscita sicuramente a farcelo sentire e annusare, nonché toccare. 

Ho avvertito durante la mia lettura rilassata sulla spiaggia, il rumore fastidioso dei cancelli, l'acre odore di sudore delle divise impregnate di sudore, ma soprattutto è riuscito a toccare in ognuno di noi il dolore per tutte le cose che abbiamo perso. Anche l'immagine della copertina fa riflettere, il movimento delle ali di questo particolare uccello che è il colibrì, forma il simbolo dell'infinito, il quale potrebbe invitare il lettore a cogliere l'invito dell'autrice a lasciare andare il passato per lasciare spazio ad una vita nuova.


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