La memoria, il punto di incontro con la vita. Da "La voce" a "Cambia-menti"




di Katya Maugeri

Viviamo le nostre giornate con la frenesia delle lancette che segnano sempre un orario a noi sfavorevole: troppo tardi per leggere, tardi per approfondire il discorso, la lettura. Per ricordare.
A volte non abbiamo il tempo di ricordare: fermarci serenamente e abbandonarci a quel luogo chiamato memoria, là dove custodiamo parte di noi. Momenti in cui abbiamo preso delle scelte, periodi complicati, ma ci sono anche quei cassetti colmi di cose belle, sì. Quelle che ci regalano un sorriso e ci ricordano quanto abbiamo creduto a un sogno, un progetto, un ideale che abbiamo portato avanti con tutta la nostra passione.

Oggi, la mia casella di posta ha ricevuto questo dono prezioso: pagine - alcune chiaramente - di un giornalino cartaceo relativo al 2006. All'interno, le rubriche, le attività legate agli ospiti del Centro Il Delfino. Non potevo non scriverne!

Un passato che si rinnova, che cambia forma, colori e nomi, ma che porta con sé lo stesso amore: quello di fornire agli utenti uno spazio nel quale esprimere se stessi, senza filtri, senza pregiudizi. Raccontare, quindi, ai lettori - spesso lontani da questa realtà - cosa vuol dire comunità, e farlo attraverso i laboratori, la scrittura, lo sport, raccontare che un uomo che sceglie di cambiare attraversa delle fasi, delle resistenze e ha bisogno di stimoli e forza. Raccontarsi e sentirsi utile è sicuramente un passo fondamentale. E il giornalino, da tantissimi anni, ama raccontare le storie di uomini che si sono fidati e affidati a degli educatori, a una nuova prospettiva di vita.

C'è chi sorriderà guardando queste pagine, chi purtroppo le ha create sorridendo ma non è più tra noi, resta l'amore e la forza di credere che nulla mai è sprecato. E che ricordare, molto spesso, aiuta a vivere.








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