Accettare il conflitto: mediazione umanistica



di M. Cristina Ciambrone
mediatrice penale

Avere idee diverse non deve essere un problema, trovare il modo di confrontare le idee e le scelte è un segnale di intelligenza.
Ogni azione è definibile come un insieme di mezzi che vengono messi in atto per il raggiungimento di uno scopo, ovvero ciò che si intende ottenere, e una serie di effetti non sempre determinabili e prevedibili. Secondo Lewin noto psicologo tedesco quando esiste un conflitto pertanto siamo in presenza di assetti motivazionali contrastanti rispetto alla meta.
Nella nostra cultura raramente si pensa al conflitto come ad un qualcosa di positivo di confronto con l’altro, di crescita tra gli individui o come un momento costruttivo di scambio reciproco. Il conflitto è un’esperienza comune a tutti gli uomini e può nascere in qualsiasi gruppo di appartenenza o in qualsiasi relazione di due o più persone.
Il concetto di conflitto non deve essere inteso  necessariamente con accezione negativa, infatti,se adeguatamente gestito, esso  può essere un’opportunità per migliorare le relazioni interpersonali. Quando viviamo una situazione di conflitto viene a crearsi un muro, un vuoto ed un distacco che isola ciascuno nel proprio vissuto e nel proprio dolore. Il conflitto è, infatti, una risorsa enorme per i rapporti interpersonali di ogni tipo e natura e perciò non va imbrigliato o ghettizzato in maniera tale da farlo risultare il “male” da sconfiggere. 

Se, invece, provassimo a considerare il conflitto come “risorsa” ed anche “positiva”, e non come limite, allora si potrà comprendere come lo stesso conflitto costituisca un’importante opportunità di confronto con la controparte. Le discussioni portano via tempo all’azione vera e  propria, è importantissimo saper affrontare i conflitti per riuscire a sfuggire da pericolose ripercussioni. 
E’ necessaria una gestione costruttiva del conflitto, entrare nella logica del “perché è successo” sviluppare trattative di negoziazione e non di baratto, ragionare sui fatti e parlare coni dati, senza farsi guidare da opinioni personali tenendo sempre presenti le differenze fra le varie proposte, creare punti di contatto tra esse,senza mettere le ipotesi in concorrenza tra loro.

Jiddu Krishnamurtì diceva: “È la mancanza di rapporti giusti che produce conflitti, infelicità, ostilità; per quanto piccolo possa essere il nostro mondo, se riusciamo a trasformare i rapporti all'interno di quel mondo ristretto, il risultato sarà come un'onda che si ripercuote all'infinito verso l'esterno.”

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