Cerimonia delle "graduazioni": cari ragazzi, celebriamo la vostra vittoria sulla dipendenza
di Manuela Donato
Carissimi ragazzi, in questo giorno così importante per
tutti noi in cui celebriamo la vostra vittoria sulla dipendenza, sento il
bisogno di descrivervi le mie emozioni, quelle provate insieme a voi nella
battaglia contro le sostanze, le emozioni di chi, come me, 17 anni fa, si
accostava, per la prima volta, a questo mondo conosciuto soltanto sui libri,
con le ansie e le paure di una neolaureata, che sentiva addosso tutto il peso e
la responsabilità delle vostre vite.
Il lavoro di una terapeuta nel mondo delle dipendenze
è duro, faticoso, costellato di frustrazioni, fallimenti, insuccessi.
Accogliere e “contenere” la vostra emotività, la sofferenza,
il dolore che proveniva dai vostri vissuti, dalle vostre storie di vita, ha
comportato sempre un continuo lavoro su me stessa per differenziarmi da
voi e riuscire a mantenere quella obiettività necessaria in una relazione
fondata sull’aiuto terapeutico.
Essere riferimento “sicuro”, persona di fiducia per voi e
per le vostre famiglie, mi ha messo costantemente di fronte ai miei
limiti ed alle mie insicurezze.
Spesso mi sono posta la domanda se fossi stata mai in grado
di potervi accompagnare fuori da quel tunnel chiamato dipendenza, se avessi
saputo supportarvi adeguatamente e accompagnarvi nel lavoro più difficile
e doloroso, quello introspettivo, quello
su voi stessi. Tante sono state le emozioni provate: rabbia,
dolore, paura, frustrazione di fronte ai fallimenti e alle vostre cadute, ma
anche gioia, soddisfazione, orgoglio di fronte alle vostre conquiste e ai
vostri successi.
E quando ci siamo trovati in procinto dello svincolo e della
separazione dalla comunità, beh quello è stato il momento più difficile ed
emozionante al tempo stesso.
Mi sono ritrovata a vivere emozioni forti mai provate prima,
le emozioni di un genitore che accompagna con ansia, paura, speranza, fiducia
il proprio figlio verso l’ individuazione, il superamento dei bisogni di
dipendenza, la conquista graduale dell'autonomia, ma con la
consapevolezza nel cuore di continuare a
rappresentare un punto di riferimento per voi e ad essere una base sicura nei
momenti di difficoltà.
Ed eccovi qui oggi a regalarmi la gioia più grande, vedervi realizzati, soddisfatti, riscoprirvi uomini, mariti, padri.
Grazie, per tutto quello che mi avete permesso di vivere
durante il vostro cammino terapeutico. Grazie, per avermi permesso di accompagnarvi
in quella meravigliosa esperienza che si chiama vita.
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