Come Forrest Gump



di Salvatore Monaco

Avevo 13 anni quando vidi in tv la finale dei mondiali dei 10000 metri con mio padre e mio nonno che, ad eccezione del calcio, seguivano ogni tipo di sport, anche i mondiali di briscola. Quel giorno ricordo soprattutto la telecronaca di Franco Rosi, che rese la vittoria del nostro Alberto Cova, indimenticabile. Mi rimase per giorni e giorni la sua voce in testa in preda all'emozione , che scandiva senza sosta quel : Cova Cova Covaaaaa, in quell'ultimo giro in cui l'atleta italiano, già campione europeo l'anno prima, rimonto' dal quinto al primo posto con una determinazione e una tenacia mai vista prima, vincendo l'oro mondiale a Helsinki . Per tanto tempo utilizzavamo tra i ragazzi quell'incalzare ritmico della telecronaca quando correvamo tra di noi. Quel Cova Cova Covaaaaa, era una sorta di incoraggiamento ad arrivare al traguardo. 

Poi non parlo della splendida doppietta europeo e mondiale, l'anno dopo vinse anche quella che per un atleta è l'apoteosi sportiva , ossia la medaglia olimpica. Cova era diventato il simbolo della nostra atletica leggera, un modello da imitare in tutto e per tutto. Nacquero in quel periodo divertenti barzellette che si raccontavano tra i banchi di scuola, del tipo: cosa fa una gallina con le scarpe da ginnastica? COVA. Poi sono passati gli anni e come tutte le cose belle, la splendida favola di Alberto Cova è andata nel dimenticatoio, nei miei ricordi bellissimi,ma archiviati in attesa che qualcosa o qualcuno riaprisse quei cassetti della memoria chiusi ed impolverati dopo oltre 35 anni. A marzo di quest'anno durante una visita presso la Rems di a Santa Sofia D'epiro del Delfino, il responsabile nonché mio collega storico Gianfranco Tosti, mi chiede: ti ricordi di Alberto Cova? E io, tipo riflesso condizionato mi ricordo di colpo quel : Cova Cova Covaaaa. Aggiunsi: "Ricordo che vinse qualcosa di epico ma non ricordo proprio bene bene". Però ricordavo quel Cova Cova Covaaaa , con annessa piloerezione. 
Gianfranco mi spiega che sta organizzando un corso di formazione per tutte le equipe del delfino tenuto proprio da Alberto Cova, che da anni si occupa di team builder nelle aziende di lavoro. Dopo una rispolverata veloce su youtube, mi riapproprio del personaggio Cova con ennesima pilo erezione e gioia immensa, e anche un Po dubbioso sulla effettiva realizzazione dell'evento. Mi ritorna improvvisamente memoria di quel periodo compreso tra il 1982 e il 1984, il periodo delle medie, un mix di emozioni positive e negative, del mondiale vinto dall'Italia calcistica, delle prime cotte, di quando ero ingrassato tantissimo per una cura ricostituente sbagliata, con conseguenti atti di bullismo subiti per i miei chili di troppo, della mia tenacia a volerli perdere tramite la corsa a tutti i costi. 

Correvo ogni giorno nel mio cortile di casa per dimagrire, pensando spesso a quel Cova Cova Covaaaa, che mi spronava a correre e a non fermarmi, un Po come Forrest Gump, insieme al mio inseparabile cane. Era il periodo adolescenziale in cui quei maledetti chili di troppo ti portavano spesso ad isolarti perché qualcuno godeva a farti sentire inutile e ferirti continuamente apostrofandoti con ogni genere di definizione. 
Quanti ricordi quel giorno da Gianfranco, mi si era riaperto un mondo ormai rimosso. Qualche settimana dopo era ufficiale: 21 maggio attività formativa con Alberto Cova. Mi aspettavo qualcosa di bello ma non potevo mai immaginare quanto. Eravamo in quella sala ad interagire con un uomo che ha creduto in un sogno e lo ha realizzato, un uomo umile a cui tutti dicevano anni fa di cambiare sport, di pensare alle cose serie, di lavorare in banca con sedici mensilità garantite, che non aveva "le fisique du role".

Ma lui non ha mollato e ha corso tanto e tanto, tagliando ogni sorta di traguardo, quando il mondo si aspettava che fossero altri più capaci di lui, a tagliarli. Considero quella con Alberto Cova, una delle più belle attività di formazione fatta nella mia vita professionale ed umana in cui ho avuto la possibilità, nel pomeriggio formativo, di correre in pista per raggiungere un obiettivo individuato con Alberto nella parte teorica della mattinata formativa, in cui oltre al me stesso adulto, correva insieme a me, quel ragazzo timido e impacciato, in sovrappeso, per dimostrare a se stesso , anzi a noi stessi, come ci ha insegnato Alberto, che nulla è impossibile se si ha un sogno nella vita, basta non permettere a nessuno di spegnerlo e ricordarsi sempre che la fatica, è la parte più importante di ogni percorso di successo e che conoscere le nostre paure ci insegna a gestirle. Grazie Alberto e grazie Delfino .


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