I love Cosenza
di Salvatore Monaco
Sono nato a Cosenza ma ho sempre vissuto nella provincia. Mai come ora nella
mia vita sto apprezzando le bellezze di questa città. Cosenza è la città dei
Bruzi, antico popolo di stirpe italica. Cosenza è la città natale del
filosofo Bernardino Telesio, che influenzò il pensiero di Giordano Bruno.
Da qualsiasi parte della città e dei paesi limitrofi, appare maestoso, sul
colle Pancrazio, il castello normanno-svevo di Federico II di
Svevia, diventato oggi, luogo in
cui si organizzano meravigliosi appuntamenti culturali e musicali.
Cosenza è
anche la città dove la leggende narra che l’esercito dei Goti, diretti in
Africa, guidati dal re Alarico, dopo
aver saccheggiato Roma, piansero la prematura scomparsa del loro re e
decisero di seppellirlo con il suo cavallo, l’armatura e i tesori raccolti
nelle azioni belliche, nel fiume
Busento, che attraversa Cosenza.
Il dialetto cosentino ha qualcosa di unico e particolare che
descrive con una sola parola ad effetto, situazioni molto complesse da definire
altrimenti. Da bambino si scimmiottava il dialetto di Cosenza per sentirsi
forti, "malandrini". Dire a qualcuno: “oi frà… supra u beni i
mamma, ti fazzu a faccia tanta”, ti rendeva invincibile.
Oggi, eliminati
alcuni stereotipi e pregiudizi sul suo effettivo utilizzo, lo si uso spesso quando si fanno le battute,
quando si scherza o ironicamente tra amici e si sdrammatizza una situazione
particolare. Sdrammatizzare in cosentino, anche se non è il tuo dialetto, è
sempre stato più figo, più incisivo, accompagnato anche da una particolare
mimica corporea. Esistono alcuni
personaggi della musica, del teatro e dello spettacolo locale, che hanno fatto
della cosentinita', la loro arma vincente. Come non divertirsi davanti alle
performance musicali dei Zabatta staila, che riescono a tenere incollati
davanti al palco spettatori di qualunque età.
Le loro canzoni in cosentino
affrontano numerosi argomenti, politici, sociali, di sport, che allietano e
fanno divertire il pubblico, diventando
dei veri e propri tormentoni, con uno stile comunicativo fresco e divertente.
Come non ridere davanti alle performance
dei Cinghios, vero e proprio gruppo di mattacchioni, che doppiano film o video musicali della
rete, con la loro ruspante cosentinità.
E
infine come non restare a bocca aperta davanti al cabaret dell'associazione
"la terra di Piero", che con le loro performance dialettali
trasmettono gioia e voglia di sorridere alla vita e all'associazione I Forgiari che contribuiscono alla diffusione della tradizione cosentina.
Un proverbio della mia infanzia provinciale diceva: "megliu nu lupu vicinu ca nu cosentinu”. Oggi da canuto adulto dico: voglio vicino entrambi, “u cusentinu” con la sua simpatia e u lupu, anzi, i lupi del nostro grande Cosenza calcio, quelli capaci di far riempire il nostro stadio di meravigliosi tifosi, di Cosenza e di tutta la sua meravigliosa provincia.
Un proverbio della mia infanzia provinciale diceva: "megliu nu lupu vicinu ca nu cosentinu”. Oggi da canuto adulto dico: voglio vicino entrambi, “u cusentinu” con la sua simpatia e u lupu, anzi, i lupi del nostro grande Cosenza calcio, quelli capaci di far riempire il nostro stadio di meravigliosi tifosi, di Cosenza e di tutta la sua meravigliosa provincia.
Viva Cosenza e tutto quello che la
rende per alcuni aspetti, unica.
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