Semplicemente complicato



di Veronica Oliveto

Sono passati tre mesi dal giorno in cui ho iniziato la mia esperienza presso la comunità Eden “il Delfino”.
I primi giorni, non lo nego, sono stati per me un po' difficili nonostante si trattasse di una realtà a me già nota dal momento che è qui che svolsi il mio tirocinio universitario tre anni fa e, nonostante, da allora non mi sia mai del tutto staccata da questo posto, né fisicamente né con il cuore.

È assai complesso il lavoro di assistente sociale così come difficile e complesso è il mondo della tossicodipendenza visto le numerose cause e conseguenze che genera. Si tratta di un mondo che, probabilmente ancor di più per una ragazza di 25 anni, all’inizio spaventa ma poi, nell’esatto momento in cui inizi a vedere la persona in quanto tale piuttosto che l’etichetta di tossicodipendente che gli è stata attribuita allora tutto diventa più semplice.
Quando inizi a guardare in maniera profonda i loro occhi, quando ti spogli dei pregiudizi ed inizi ad ascoltare le loro storie, quando inizi a cogliere la loro voglia di ricominciare a vivere una vita normale e inizi a capire che ciò che più gli manca sono cose semplici che noi, troppo spesso, diamo per scontato, come può essere svegliarsi in una casa propria, saper di tornare dopo una giornata di lavoro e trovare a casa i propri cari… quando inizi a capire tutte queste cose allora tutto diventa più semplice o, forse, più complicato.
Più complicato perché poi, a fine giornata, le loro storie diventano un po' anche le tue, più complicato perché provi a mettere in campo tutti gli strumenti, le competenze, l’energia e anche il cuore per cercare di fare qualcosa per loro, per spronarli e per fargli capire che nonostante le tante difficoltà vale la pena viverlo questo dono così importante chiamato vita.  È complicato perché poi capisci che alla fine l’ultima parola, l’ultima scelta, è loro ma nonostante ciò, alla fine, un loro fallimento diventa anche un po' il tuo così come sarebbe bello, al contrario, che in un loro successo ci fosse anche un po' del tuo. 
Ogni sera, dall’inizio di questa esperienza, torno a casa e mi sento appagata e ricca di cose e sensazioni nuove perché, anche se loro non lo sanno e vedono apparentemente, due mondi distanti, in realtà molto ci accomuna.

Commenti

I più letti

Il Gran Premio della vita

Gli "hikikomori": isolati e esiliati dal mondo

Siamo circondati da vampiri emozionali. Chi sono e come riconoscerli