Daruma: la bambola dei desideri




di Maria Spizzirri

Nella cultura giapponese la bambola Daruma è considerata simbolo di ottimismo, costanza e forte  determinazione. Questo perché in qualunque modo essa cada ritorna sempre nella sua posizione originale, un po' come "cadere sempre in piedi". 

Nell’ultimo laboratorio di mediazione penale, ogni partecipante ha avuto la propria bambola Daruma, "illuminando" attraverso un colore, un occhio della stessa, colore che rappresenta l'inizio di un nuovo anno, all'insegna dei desideri e del coraggio. Sicuramente non mancheranno gli ostacoli, le tentazioni, i momenti difficili, le incomprensioni, la voglia di mollare tutto, ma se di cambiamento si vuole parlare, allora di cambiamento si deve vivere e la bambola Daruma sarà come una sorta di lanterna, pronta a seguire il percorso di ognuno dei nostri ragazzi. Sarà come un faro che li guiderà e gli ricorderà, ogni giorno, ogni istante, che i loro desideri valgono più di ogni negatività e che insieme si potranno realizzare. Oltre alle emozioni colte in ognuno dei partecipanti è innegabile l'emozione provata all’interno del laboratorio, assorbendo ogni loro sentimento, osservando ogni sguardo. Parlare di desideri sembra una delle cose più semplici al mondo eppure, ascoltando loro, non mi sembra per niente così. Li ascolto, ascolto la realtà dei loro sogni, sogni tangibili, che attraverso le loro parole riesco quasi a toccare con mano.
C'è chi parla di casa e a me viene subito la pelle d'oca perché, come un flash, immagino uno di loro in una casa propria, in una vita "normale". Allora mi viene ancor di più la voglia di vederli centrare i loro obiettivi, la voglia di aiutarli a rialzarsi ogni qual volta cadono, poiché è un po' come se mi rialzassi io stessa dopo un fallimento. Sento che i loro desideri non sono poi così lontani dai miei, sento la "normalità" nelle loro parole e allora capisco che una parte di ognuno di noi è già immersa in quel sogno.
La bambola Daruma diventerà un po' la mascotte di quest'anno, a lei il compito di custodire quei sogni che troppo a lungo sono rimasti chiusi in un cassetto.

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