Fantasie guidate





di Manuela Donato

È trascorso un anno dall’avvio del percorso di training autogeno in comunità, che ha visto gli utenti della struttura impegnati nell’acquisizione della tecnica. A  conclusione del nostro primo anno di sperimentazione, posso riconoscere, con un pizzico di meraviglia, non solo un buon livello di coinvolgimento e partecipazione da parte dei ragazzi, ma anche l’effetto benefico, da loro stessi riferito, al termine di ogni seduta. 
Questo mi ha spinta a chiedermi se non fosse il caso di continuare a lavorare sfruttando il canale psicocorporeo, per favorire un maggiore contatto con se stessi e con quella emotività , spesso “bloccata” dalla razionalità e dai meccanismi difensivi. In fondo, i ragazzi, nei loro feedback, mi hanno sempre dato ottimi spunti di riflessione, mostrando piena disponibilità a tale lavoro. Ho pensato così di continuare l’attività di rilassamento inserendo delle tecniche immaginative, come le Fantasie guidate, utili a favorire e ad accrescere la consapevolezza di sé.

Nel corso dell’esperienza immaginata, infatti, possono emergere aspetti profondi di sé, emozioni, consapevolezza delle proprie risorse interne su cui si fonda la capacità di reagire e che difficilmente emergerebbero se usassimo solo la razionalità. Durante la visualizzazione possiamo mettere a riposo la razionalità e sfruttare la fantasia che può rendere accessibile quella parte di noi che non comprendiamo, che non percepiamo, ma che ci può sorprendere per la sua potenza  e creatività. 
La fantasia costituisce così un luogo, un tempo, in cui dare spazio a sentimenti e bisogni espulsi dalla consapevolezza, in cui sperimentare nuovi ruoli e parti di se’, in cui attivare la propria creatività per immaginare nuove possibilità e soluzioni ai problemi e alle difficoltà della vita. La modalità con cui questo avviene è attraverso la strutturazione nel pensiero e nella mente di un’immagine, con l’aiuto del terapeuta che stimola, incoraggia, facilita il processo di immaginazione. La persona viene invitata a mettersi in una condizione iniziale di rilassamento e a seguire la voce del terapeuta che proporrà un “viaggio immaginativo”, ricco di immagini e temi simbolici specifici per ogni situazione.
Alla fine dell’attività, si invita la persona a verbalizzare ciò che ha vissuto, sia emotivamente che nel corpo, e a cercare, all’interno della sua memoria, le risonanze  e i richiami rispetto alle sue esperienze di vita.
La fantasia diventa così un potente strumento attraverso il quale si diventa capaci di ideare alternative al presente, anticiparsi mentalmente scenari futuri, rivalutare il passato in modo creativo al fine di riorientare il presente ed il futuro.
I cambiamenti e le soluzioni sperimentati durante la visualizzazione possono così essere trasferiti allo stato di veglia ed acquisiti come nuove modalità comportamentali e di problem solving.
In conclusione, attraverso le tecniche immaginative, è possibile sviluppare nuovi modi di pensare, di sentire, di agire attivando gli stati psichici curativi che ognuno di noi possiede, le proprie risorse interne, accrescere la consapevolezza di sé ed introdurre dei cambiamenti come accettare un passato doloroso, superare difficoltà presenti, avere fiducia nel futuro, sostituire sentimenti negativi con emozioni positive.
A questo punto non ci resta che iniziare “il viaggio".

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