Laboratorio di scrittura autobiografica “E non ci resta che scrivere”: la parte oscura e la luce, due lati della stessa medaglia




di Salvatore Monaco

La tematica dell’ombra ha sempre appassionato la natura umana e la si trova da sempre nelle arti figurative e letterarie di ogni popolo e nazione. Una leggenda narra che fu proprio ricalcando l’ombra del suo uomo, in partenza per un viaggio lunghissimo, che una donna disperata per la separazione dal suo amato, creò l’arte della pittura. Narrativa, teatri d’ombre e negli ultimi anni i fumetti, hanno da sempre affrontato il tema dell’ombra, ispirati dalla metafora collettiva della lotta tra il bene e il male. Lo psicanalista Jung parlava dell’archetipo dell’ombra come l’insieme di impulsi aggressivi, gli aspetti meno nobili che tendono ad essere repressi, finendo poi spesso a prendere tragicamente il sopravvento se non adeguatamente elaborati. Abbiamo provato ad affrontare questo delicato, quanto affascinante argomento, all’interno del laboratorio di scrittura autobiografica curato dalla giornalista Katya Maugeri con gli ospiti e gli operatori della comunità terapeutica Eden del Delfino. È stata una esperienza forte e significativa, partendo dallo straordinario racconto del Dr. Jekyll e mr Hyde, metafora del doppio in noi e del rischio della scissione tra l’io e l’ombra, dell’abominevole mostro che prende il sopravvento, sotto effetto di strane pozioni, che agisce in modo inconsapevole e distruttivo, arrivando progressivamente a toccare il tema della ricaduta, dei fattori di rischio che la determinano. I partecipanti si sono lasciati trasportare dal potere catartico della scrittura dando vita ad un’atmosfera impregnata di emozioni, che ha permesso di riflettere sulla tematica del lato oscuro e sugli strumenti necessari per raggiungere la consapevolezza dell’ombra, unico modo per fronteggiarla e provare ad arginare le ricadute nei comportamenti disfunzionali. Reprimerla significa cadere sotto il suo potere senza la possibilità invece di contenerla o trasformarla in risorse. Solo questa conoscenza può favorire il processo di individuazione ossia, secondo il pensiero junghiano, diventare quello che si è.

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