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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Ricordando Giuseppe Granieri

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di Salvatore Monaco "Uomo di scienza ma con un grande lato umano fatto soprattutto di umiltà e capacità di saper sdrammatizzare sempre, soprattutto nei momenti difficili del suo lavoro".  Questo era Giuseppe Granieri, come si evince dalle parole del presidente del Delfino, Renato Caforio, nel corso della cerimonia di benedizione e intitolazione della R.E.M.S lo scorso 29 dicembre, celebrata da don Salvatore Vergara a Santa Sofia d'Epiro.  "Incontrava persone con problemi di droga presso il proprio studio e si rese conto che andava fatta qualcosa di più per affrontare il problema droga e propose all'allora vescovo di Cosenza di creare un centro specializzato per questo tipo di problematiche, insieme ad un gruppo di volontari e futuri professionisti del settore". Il lato umano, continua Renato Caforio nel suo racconto al pubblico presente alla cerimonia, "consisteva nella grande capacità di saper accogliere i tossicodipendenti come psi

La direzione: Piccoli progetti crescono

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di Salvatore Monaco A tre mesi dal convegno sull'Empatia nascosta, che ha fornito tanto materiale e stimoli nuovi,sono nati tanti progetti, oltre allo stesso giornalino. L'esperienza del presepe vivente è stato un vero e proprio dono. Si è creata un'atmosfera magica che ha visto utenti,operatori e volontari, lavorare insieme, scherzare e giocare nel pieno rispetto reciproco. Sono molto soddisfatto del laboratorio di scrittura autobiografica, sperimentato in comunità in occasione del Natale e che ha visto la partecipazione attiva da parte degli utenti sul celebre racconto di Dickens e sul potere del cambiamento.  Raccontare rappresenta un canale importante tra il mondo interno ed esterno per ognuno di noi, è come un pittore che usa le parole come colori, per dipingere una tela, che racconta se stessi. Tante sono le emozioni in gioco in un laboratorio di scrittura autobiografica e la speranza è di investire sempre più in tali progetti. Incursioni teatrali sull

Oltre la sostanza, l'essenza: "Pensieri e parole"

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di Katya Maugeri La parola lascia tracce, sfiora e colpisce il nostro umore, lo cambia, lo altera. La parola traccia percorsi, come una tavolozza di colori ha varie sfumature, e bisogna sceglierle con cura per esprimere semplici concetti nei quali identificarsi. È la congiunzione di pensieri astratti e diventa strumento prezioso e indiscusso dei nostri stati d'animo. Urliamo, ci scontriamo usando parole forti - delle quali spesso ci pentiamo - ma servono in quel momento per tirar fuori macigni e rospi difficili da contenere.   Tutto il nostro mondo passa attraverso le parole: le cerchiamo, non le troviamo, le perdiamo, ne abbiamo troppe e non sappiamo come esprimerle al  meglio. La comunicazione verbale, in fondo è lo strumento attraverso cui costruiamo la realtà all’interno dei sistemi di relazioni in cui viviamo. La responsabilità con cui esercitiamo e usiamo le parole è nostra. Saperle utilizzare non solo ha un impatto positivo nella comunicazione efficac

Quanto pesa una piuma?

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Molto spesso si lasciamo travolgere dagli eventi senza tutelare la nostra sensibilità, la nostra anima dalle emozioni negative, che invadono in maniera dannosa la nostra salute mentale e fisica.  Non c’è motivo per continuare a sopportarle. Dovremmo imparare a superare i rancori, le offese del passato e lasciare andare tutto ciò che pesa, ciò che di superfluo ostacola il respiro. E imparare a volare leggeri - nella nostra vita e negli eventi - come piume.  Di seguito un racconto che racchiude l'essenza della leggerezza emotiva. Quanto pesa una piuma? “Kuri era uno dei pochi abitanti della piccola regione Kamú. In inverno faceva buio presto e gli scuri pensieri di Kuri si svegliavano al crepuscolo. «Non ne posso più», gemeva mentre si incamminava verso il monastero. Rancore, Rabbia, Colpa ed Ira lo accompagnavano da molto tempo, erano i suoi inseparabili compagni di viaggio. «Cosa ti preoccupa?», gli domandò il monaco quando Kuri gli chiese aiuto. «Ultima

Libri: le sfumature sottili del voler bene e l'amore in un passo tratto da “Il piccolo principe”

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Tutti, durante il percorso della nostra vita abbiamo avvertito l'istinto, il bisogno e la necessità di amare qualcuno con tutte le nostre forze. A tratti confondendo questo sentimento travolgente con il voler bene. Voler bene e amare sono entrambi sentimenti meravigliosi, ma diversi.  La saggezza di Saint-Exupéry nei dialoghi  de "Il Piccolo Principe" Saint-Exupéry, attraverso l’opera Il Piccolo Principe, ci regala un passaggio bellissimo, che oggi vogliamo proporvi con l’intenzione di fare luce su questa potente realtà emotiva che riguarda tutti noi. «Ti amo» – disse il Piccolo Principe. «Anche io ti voglio bene» – rispose la rosa. «Ma non è la stessa cosa» – rispose lui. – «Voler bene significa prendere possesso di qualcosa, di qualcuno. Significa cercare negli altri ciò che riempie le aspettative personali di affetto, di compagnia. Voler bene significa rendere nostro ciò che non ci appartiene, desiderare qualcosa per completarci, perché sentiamo

Mediazione penale, l’arte del conflitto

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di Cristina Ciambrone, Giuseppina  Schipani e lo Staff  A.I.Me.Pe La mediazione è una pratica di gestione dei conflitti che si è diffusa negli ultimi decenni in molti paesi e che può essere definita come un processo informale ma strutturato, ove le parti in conflitto si incontrano volontariamente, assistite da una terza parte imparziale per parlare del conflitto emerso. Il mediatore deve guidare nel processo di mediazione e per farlo deve essere terzo, godere della fiducia delle parti, oltre ad essere autorevole ai loro occhi: l’assenza di potere è, quindi, un elemento costitutivo. In questa prospettiva dunque la pace non è assenza di conflitto, ma è il frutto di una competenza relazionale capace di gestire positivamente i conflitti.  Lo scontro nasce quando due persone che devono andare verso una realtà desiderata, non riescono a trovare insieme un accordo. Si può trattare di aspetti piccoli e grandi, dal comprare una casa all’andare a mangiare una pizza. Il conflitto mo

Appunti e note: Il vero fallimento è smettere di lottare

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di Giovanni L. Che casino ragazzi, la vita è un gran casino, non c'è mai tregua. Ogni giorno, ognuno di noi, si batte per i propri ideali, per i propri sogni e non c'è mai sosta. Mai un momento in cui si dice "ecco, questa è la vita che vorrai, il mondo che vorrei". Ma soprattutto, ti guardi intorno e vedi che gli altri hanno tutto, sono felici e proprio non si capisce perché noi non riusciamo ad esserlo. Quando siamo ad un passo da ciò che vorremmo, dura un attimo. Poi sparisce e se ne va. Insieme ad esso anche l'ambizione di raggiungere quello che per noi è tutto. quello che ci completa, quella euforia di essere felici di star bene, di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. Ogni giorno si cade, si cade, si cade ed è sempre più difficile rialzarsi. Quante battaglie senza fine, quante volte siamo ripartire da zero, quante! Quante volte ognuno di noi ha desiderato di tornare indietro e mettere le cose a posto, quello che non si è riusc

Liberiamo il Natale!

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di Katya Maugeri Mi piace il verbo percepire, è un suono deciso e allo stesso tempo sensuale, avvolgente. Grazie alla vista percepiamo i colori della natura, è un verbo che penetra all’interno della mente, percorre persino la nostra pelle: si percepiscono i dubbi, i desideri, le ostilità. Le emozioni. Ed è proprio questo verbo che associo al Natale. Ripercorrevo giorni fa una strada a me cara, dove un tempo, le insegne illuminate mi anticipavano i giorni di festa, mi sono fermata a guardare la piccola piazza che da piccola vedevo come un enorme piazzale nel quale correre e giocare: pochi bambini adesso, pochi anziani sulle panchine a discutere delle guerre andate. Mi sono soffermata a ricordare con quanta emozione amavo passare per quella piazza e vedere gli altri bambini con cappelli rossi, sciarpe, guanti, giocare con un pallone, con un gesso segnare un gioco sul pavimento cementato e gli anziani seduti su quelle fredde panchine a ricordare i loro anni passati, a r

Comunità Eden, “Come un fiammifero acceso in una stanza buia”

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L’equipe della comunità terapeutica EDEN del Delfino nell’augurare Buone Feste invita a considerare l’importanza della semplicità e degli aspetti più umili e poveri delle cose cercando di coglierne la vera magia. “Come un fiammifero acceso in una stanza buia”.

“Canto di Natale”, noi come Scrooge

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di Katya Maugeri “Pensate alle gioie presenti – ognuno ne ha molte – non alle disgrazie passate – tutti ne hanno qualcuna. Riempite di nuovo il bicchiere con volto radioso e cuore pago. Mi ci gioco la testa che il vostro sarà un Natale allegro e un anno nuovo felice” (Charles Dickens) Non è Natale senza quei riti che lo rendono magico e affascinante. E nella tradizione letteraria non si può omettere un’opera che non ha mai smesso di emozionare e di insegnare: “Canto di Natale”(A Christmas Carol), un testo speciale in cui è racchiuso realmente l’essenza dell’animo umano. Lo stile sofisticato e la penna di Charles Dickens narra dei “vinti”, di coloro che portano con sé un bagaglio di tristezza colmo di speranza. L’autore anche in questo caso fa emergere una forte critica verso la società in cui viveva, disegnando intorno come una cornice armoniosa una delle storie più emozionanti e famose sul Natale. L’avido Ebenezer Scrooge Il protagonista è l’avido Scrooge, – che in

Appunti e note: Ego

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di Giovanni L. Delle volte non hai modo di sfogare ciò che provi ed è per questo che un artista scrive e sputa tutto fuori, perché, si spera che ogni lacrime che scende possa evaporare insieme al male che c'è sempre. Stringo i pugni e mi trattengo da tutte le incertezze che vivrò giorno per giorno, è come fare affidamento a ciò che ho dentro   se sento che è me stesso quello che mi sta uccidendo. Io sono il risultato di ciò che mi è stato fatto: lo dico e lo ripeto e sono stanco, a un passo dal patibolo fare conti con me stesso ti spaventa ed è per questo che spesso giro l'angolo, perché non sai quanto ha influito e mi ha segnato la tua assenza. Sono ciò che sono, non voglio più nasconderlo e lo faccio in ogni modo, anche se sono solo e spesso negli altri cerco qualcosa di buono. Fanculo a tutto il resto, mentire a me stesso non mi sta aiutando affatto, ho un dolore che mi lacera che non guarisce se non strappo dal mio viso questa maschera. Sono ciò ch

All'Eden il Natale è comunità

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di Antonio DS Nella sera del 19 dicembre, noi utenti ospiti del Delfino abbiamo potuto portare a termine ciò che da tre settimane stavamo preparando ossia il presepe vivente. Un’iniziativa questa, che è uscita fuori da una battuta “È dicembre ragazzi, si dai ok, ok io mi dedicherò a preparare dei dolci tipici  di questo periodo. Ok. Ok io, chi mi aiuta? Andiamo a prendere l’albero che lo addobbiamo? E il presepe? Dove lo facciamo? Lo mettiamo qui in atrio, su un tavolo? Ma, veramente c’è già chi da un po’ si sta dedicando a costruirlo”.  Praticamente si stava semplicemente parlando del più e del meno sul da farsi, quando a qualcuno tutt’ad un tratto è saltato in mente di dire “il presepe?! Facciamolo vivente, ihihih”. Ed è così che abbiamo scelto di adoperarci, per la realizzazione del presepe vivente.   Sicuramente un’iniziativa che c’ha visto uniti nella collaborazione. Ciascuno di noi, nei suoi limiti, ha dato il proprio contributo, è stata questa la sfida,

Presepe vivente, la gioia di donare qualcosa e la gioia di ricevere

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"Il Natale è una sera di dicembre, il silenzio che dilaga per le strade, una fiamma custodita tra le nostre mani, un fiume solitario che torna alla sua sorgente. la gioia di donare qualcosa e la gioia di ricevere" Ringraziamo tutti dal profondo del cuore. Il nostro presidente, Renato Caforio, i dipendenti, i volontari. Grazie a chi ha creduto in noi, a tutti coloro che hanno partecipato. E il ringraziamento più grande è per tutti i nostri utenti, di ogni struttura del Delfino. Un bacio e un augurio speciale al piccolo Michel, il nostro bambinello.

È Natale ogni giorno

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di Giovanni L.

Costruiamo il cambiamento

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Durante gli attuali preparativi che animano il Centro di solidarietà il Delfino ricordiamo con molto affetto le associazioni culturali Brutia libera e i Forgiari che nelle festività dello scorso Natale hanno allietato gli ospiti con divertenti scenette e poesie in dialetto cosentino; ci si augura di averli nuovamente presso le nostre strutture per condividere insieme altri momenti di puro divertimento. Gli utenti hanno apprezzato molto le gag e le poesie in vernacolo del maestro De Rose che con classe ed eleganza ha toccato difficili  argomenti sociali, strappando sorrisi e applausi. Si coglie l'occasione per ringraziare anche l'associazione Gueci che ha permesso a due dei nostri ospiti di distinguersi in un concorso di poesia nel settembre rendese.  Ricordiamo con orgoglio che l'Araba Fenice, murales realizzato dai nostri ospiti insieme agli artisti dell'associazione Brutia libera, sia diventata il simbolo della rinascita dopo la morte. Un ringrazi

Il presepe vivente del Centro di solidarietà il Delfino

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Da una idea di Andrea Bruzzi, Viera Ferraro, Benedetta Gentile, Francesco T. e Antonio S. Mercoledì 19 dicembre 2018 dalle ore 17.00 presso la comunità eden si svolgerà la rappresentazione del presepe vivente, interpretato da tutti gli ospiti e dagli operatori delle varie strutture gestite dal Centro di solidarietà il Delfino. Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione del presepe. Il plauso maggiore, chiaramente, è rivolto ai ragazzi che hanno creduto sin dall'inizio a questo prezioso momento di condivisione.  "Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno" (Paulo Coelho)